in un angolo del cortile della casa di debrecen in cui magda szabo visse per molti anni, c`era un vecchio pozzo ricoperto ormai da lungo tempo. era un luogo al quale la bambina non poteva avvicinarsi e che per questo esercitava un fascino particolare. le alterne vicende della vita e della storia condussero poi la scrittrice lontano dalla citta` natia, nella casa andarono a vivere altri inquilini, il cortile fu frequentato da gente sconosciuta. ma non per questo l`incanto di quel posto si fece meno intenso: il vecchio pozzo non era piu` una minaccia, anzi, le sue misteriose profondita` custodivano vivi e intatti i frammenti dell`infanzia che la donna ormai adulta e famosa poteva richiamare alla memoria a ogni nuova visita. appaiono cosi` i genitori, due "scrittori mancati" che tuttavia non rimpiansero mai di non avere consacrato tutta la vita all`arte e diedero alla figlioletta un`educazione particolare tutta intrisa di solidi valori e antichissima cultura; emerge debrecen, la citta` in cui il vento era piu` autentico, l`acqua piu` buona, le stelle piu` luminose, fanno capolino il natale, gli animali, il paesaggio, gli antenati, la scuola, i giochi dell`infanzia. accostandosi, come un novella alice, a quel pozzo, che e` allo stesso tempo cifra dell`infanzia e del suo mondo interiore, capitolo dopo capitolo magda szabo ci svela l`origine di un`esistenza artistica fuori dal comune. |