"drieu la rochelle concepi` l`idea di scrivere un romanzo in cui van gogh fosse il personaggio chiave nell`estate del 1944, precedentemente al suo primo tentativo di suicidio. il 14 luglio scrive nel suo diario di ritenere van gogh il pittore " che illuminera` l`ultima visione dell`irreale". in quelle che avrebbero dovuto essere le sue ultime settimane di vita, se ad agosto il destino non si fosse opposto alla sua volonta` di morire, van gogh appariva a drieu come un fratello, un fratello maggiore, non tanto per la comune volonta` di darsi la morte quanto per un`affinita` di percorso spirituale. entrambi "sono stati divorati dalla visione", ma non hanno percorso fino in fondo la stretta via che conduce alla liberazione. [...] nell`ottobre del 1944 drieu, che si rifugia in campagna, nei pressi di parigi, ritrova il gusto di vivere, e cosi` riprende la vita dal punto in cui l`aveva lasciata, riprende in mano la penna che credeva di aver posato per sempre il 12 agosto 1944. il 15 ottobre scrive nel diario: "questa esperienza non ha dunque cambiato niente? riprendo il solito tran tran: il diario, un romanzo. se continua cosi` ricomincero` a scrivere anche di politica". opera incompiuta, scritta di getto, non rivista nelle parti gia` scritte, e` a suo modo un`opera perfetta. forse, come riteneva lo stesso drieu, il suo lavoro piu` alto. e poi il dirk raspe e` l`addio straziante di drieu alla vita, il suo ultimo sguardo posato sul mondo. subito dopo, ha smesso di guardarci e si e` ucciso." (dallo scritto di pierre andreu) |