il lungo sodalizio tra borges e bioy casares, nato ufficialmente nel 1940 con l`"antologia della letteratura fantastica", ha dato, com`e` noto, frutti molteplici e fosforeggianti: da "sei problemi per don isidro parodi", alle due raccolte "i migliori racconti polizieschi", alla prestigiosa collana "el se`ptimo circulo", alle "cronache di bustos domecq". meno noto e` forse che borges e bioy casares allestirono nel 1960 una vasta silloge, libera e distratta, delle immagini che gli uomini si sono fatti di quegli universi ulteriori dove ai defunti sono destinati castighi e ricompense: silloge che raduna in particolare, come ha notato roger caillois, "le intuizioni dei mistici, dei poeti, dei filosofi, dei narratori, le riflessioni degli spiriti disinvolti", senza dimenticare "quei ribelli che hanno giudicato assurda, ridicola, odiosa una sanzione cosi` sproporzionata". ci incanteremo cosi` di fronte al trucido paradiso del valhalla, dove i guerrieri morti in battaglia ogni mattino si armano, combattono, si danno la morte e rinascono, e al delizioso inferno a sette piani delle mille e una notte, l`uno sopra l`altro e ognuno a distanza di mille anni dall`altro. ma, soprattutto, si fisseranno per sempre nella nostra memoria i cieli tenacemente terreni immaginati da scrittori come charles lamb ("mi piacerebbe fermarmi nell`eta` che ho; perpetuarci, io e i miei amici; non essere ne` piu` giovani ne` piu` ricchi ne` piu` belli. non voglio cadere nella tomba come un frutto maturo"). |