"se guardo le piante come fossero sorelle, lo devo a mio padre." con il riconoscimento di questo debito di gratitudine si apre il libro di francesca marzotto caotorta sui giardini. nei suoi ricordi affiorano le esortazioni paterne: guarda meglio, guarda con gli occhi e insieme con tutti i sensi, la incitava lui davanti a un paesaggio, a un muro solo apparentemente grigio, su cui la luce gettava sfumature dei piu` vari colori. ma nei ricordi, insieme alle esortazioni affiorano, perentori, anche i suoi aut aut: "le dalie viola, mai!". perentori ma presto dimenticati, perche` ognuno vuole il "proprio" giardino, e quel fazzoletto di verde piu` o meno esteso e` il luogo dove possiamo godere dell`opportunita` quasi unica di creare, di plasmare un pezzetto di mondo come desideriamo, a nostra misura, che faccia da sfondo ai nostri sogni, da specchio ai nostri sentimenti. forte di questa convinzione, l`autrice, una delle piu` note e autorevoli esperte italiane di giardini, prova ad aiutarci a riconoscere e realizzare il giardino che ognuno di noi porta dentro di se`: quello della nostra infanzia, quello descritto nei libri che abbiamo amato, quello che ci e` rimasto impresso durante i nostri viaggi. e lo fa ricordandoci subito che ogni terreno ha la sua "vocazione", e che il buon giardiniere, prima di realizzare il "suo" giardino, deve sempre osservare con attenzione il luogo prescelto, scrutarne il variare della luce nelle diverse ore del giorno e nel succedersi delle stagioni. |