"mi avvicino lentamente a piccoli passi, sorridendo per l`imbarazzo e mi accosto al tavolo. davanti a me c`e` il cappotto, adagiato sul fondo della scatola, posato su di un grande foglio come su di un lenzuolo: irrigidito dall`imbottitura di carta che lo riempie, sembra davvero rivestire un morto." parigi, lorenza foschini sfiora emozionata il liso cappotto appartenuto all`amato scrittore marcel proust. e arrivata a scovarlo tra i fondi del muse`e carna-valet. non e` una reliquia qualsiasi: proust vi era particolarmente affezionato, ma e` soprattutto la storia del suo ritrovamento ad affascinare la foschini, che, partendo da questo primo indizio e affidandosi alla potente e molto proustiana capacita` evocativa degli oggetti, ricostruisce le vicende di alcuni dei personaggi che hanno gravitato intorno alla vita dell`autore. a cominciare da jacques gue`rin, industriale del profumo, ma anche raffinato bibliofilo e collezionista. c`e` poi il fratello medico di proust, robert, iracondo e sospettoso, costretto a misurarsi con editori esigenti, nell`impari impresa di pubblicare postumi gli inediti di quello che e` ormai uno scrittore famoso; e l`acida moglie di questi, marthe. storia di un`ossessione, "il cappotto di proust" e` al tempo stesso una rievocazione della societa` parigina di inizio secolo e un sentito omaggio ai particolari piu` umili dell`esistenza: dettagli minimi, "oggetti senza valore, mobili di dubbio gusto, persino un vecchio cappotto". |