margherita oggero ha lavorato nella scuola per piu` di trent`anni, durante i quali ha raccolto tante esperienze da trarne romanzi - i suoi gialli, amatissimi - e riflessioni utili a tutti. parlando con il piccolo christian, per esempio, aveva scoperto che al ragazzino era stato insegnato a tornare a casa da solo, mangiare un piatto freddo e aspettare il ritorno dei genitori fino a sera: la scuola, infatti, non offriva il tempo pieno. si`, perche` il tempo della scuola e` e non deve cessare di essere un tempo pieno di cose, di nozioni da insegnare e imparare e di rapporti umani da far crescere, di maturita` da conquistare; un tempo che e` il piu` grande investimento che la nostra societa` possa fare su se stessa, un tempo sul quale non ci possono essere tagli e risparmi: perche` gli studenti di oggi sono il paese del futuro, e rendere la vita migliore a loro, ai loro genitori, ai loro insegnanti puo` contribuire all`aumento della natalita` e alla diffusione di valori condivisi. ma negli ultimi anni la scuola e` stata curata da molti medici e sottoposta a un eccesso di cure fantasiosamente sperimentali: in seguito alle quali non solo non si e` ripresa, ma ha visto peggiorare i propri sintomi, sino a trovarsi in prognosi riservata. che fare, adesso? margherita oggero lancia un messaggio a docenti, alunni, genitori e ai politici che si occupano dell`"illustre malata": per ritrovare l`orgoglio, l`efficienza, l`intelligenza di una scuola che rivendichi con forza il proprio ruolo educativo. |