"shorts", come i minifilmati che negli quaranta servivano da presentazione ai pezzi jazz. brevissimi racconti che narrano di un mondo "perverso", deformato dal progresso, abitato da creature stralunate, ragazzi alla deriva. e il diario rabbioso di una nevrosi, di una solitudine che si nutre di una lucidita` e di una consapevolezza di per se` dispotiche, ossessive, lancinanti. e la cronaca di una vocazione al distacco, all`assenza dai miseri riti di una quotidianita` che non arriva comunque mai a compiersi pienamente, perduta e sviata com`e` dall`urto continuo con il mondo, con le parole sempre insufficienti e consumate, con l`ostilita`, l`ottusita` e la violenza degli altri che opprimono e aggrediscono, finanche quando sono immaginate. |