"a confronto con l`opera di proust, quasi tutti i romanzi che si conoscono sembrano dei semplici racconti. alla ricerca del tempo perduto e` una cronaca ricavata dal ricordo: nella quale la successione empirica del tempo e` sostituita dal misterioso e spesso trascurato collegarsi degli avvenimenti, che il biografo dell`anima, guardando all`indietro e dentro di se`, sente come l`unica cosa vera. gli avvenimenti passati non hanno piu` potere su di lui, ed egli non finge mai che quanto da tempo e` accaduto non sia ancora accaduto, e che non sia ancora deciso quanto da tempo e` deciso. percio` non c`e` tensione, non c`e` acme drammatico, non c`e` assalto e scontro, ne susseguente soluzione e pacificazione. la cronaca della vita inferiore scorre con armonia epica, poiche` e` soltanto ricordo e introspezione. e la vera epica dell`anima, la verita` stessa, che qui irretisce il lettore in un dolce, lungo sogno in cui egli soffre molto, ma soffrendo gode anche la liberta` e la pace; e` il vero pathos del decorso delle cose terrene, quel pathos che sempre scorre, che mai si esaurisce, che costantemente ci opprime e costantemente ci sostiene." (erich auerbach) |