la consapevolezza che "i rapporti tra le arti devono essere casti", non impedi a francesco biamonti di rincorrere in pitture, poesie e prose altrui le tracce di comuni demoni artistici. in opere nelle quali il paesaggio si fa metafora dell`animo umano; con forme, colori e parole che si caricano d`essere per quanto sono spogli. in queste pagine sono molti quegli artisti che con il territorio ligure, o con il paesaggio marino mediterraneo, hanno dialogato. alcuni pittori, boine, orengo, passando attraverso al rapporto purissimo con le cose che calvino inizio` sulle rive della sua liguria e che si fece fantastico, perche` cristallino, nelle "citta` invisibili". biamonti si sente in armonia con chi da` voce alla natura, al paesaggio verticale, tra cielo e mare, della liguria e della vicina francia: il vale`ry del "cimitero marino", ce`zanne e l`amico ennio morlotti. con quegli artisti che hanno saputo, come lui, coniugare un linguaggio spoglio, scarno e materico con un lirismo corroso e pieno di luce. |