i due testi qui tradotti sono felicemente complementari. il primo raccoglie una lunga serie di note che, verso la meta` degli anni trenta, ludwig wittgenstein stese in preparazione di un corso di lezioni a cambridge: il secondo contiene gli appunti che rush rhees, suo allievo, amico e futuro esecutore letterario, prese durante una parte di quelle lezioni. entrambi sono una vivida testimonianza del lavoro filosofico di wittgenstein e ci fanno con grande chiarezza capire che la scrittura e l`insegnamento erano per wittgenstein non il deposito, bensi` il luogo e l`elemento vitale del suo pensiero: wittgenstein pensava scrivendo e insegnando. al centro di queste note e appunti vi e` il tentativo di smascherare le immagini (interno/esterno; diretto/indiretto; profondita`/superficie) che hanno condotto la filosofia quella che qui wittgenstein chiama anche "metafisica" o "metapsicologia" - a relegare la nostra soggettivita` in un interno "superprivato", nascosto e invisibile a tutti eccetto che a noi stessi, formato di "oggetti" mentali privati che l`occhio della mente vede, indica e battezza, e questo rinchiudersi della soggettivita` in un interno impenetrabile che ha prodotto, di volta in volta, il problema degli altri, reso plausibile l`ipotesi di una mendacita` universale, reso attraente, per alcuni, la via del solipsismo, per altri, quella del comportamentismo. |