anni sessanta, quattro donne giocano a carte in una casa. ogni giovedi`, da molti anni, si riuniscono per fare una partita, chiacchierare, passare il pomeriggio. portano con se` le loro bambine che giocano nella stanza accanto. nessuna di loro lavora, fanno le madri, le mogli, si conoscono da molto tempo. una di loro e` incinta del primo bambino. durante il primo atto della commedia vediamo intrecciarsi le loro storie tra comicita` ed emozioni, il tutto scandito dai primi dolori della partoriente: il tema piu` forte e` quello della maternita`, dei vari modi d`intenderla. e la fine del primo si chiude con una nascita: il palcoscenico deserto, le carte abbandonate sul tavolo verde, le voci trafelate delle donne fuoriscena. secondo atto oggi, quattro donne s`incontrano in un`altra casa, sono vestite di scuro. si sono riunite dopo il funerale di una delle loro madri che si e` suicidata. capiamo che sono quelle bambine che nel primo atto giocavano nella stanza accanto. a poco a poco le colleghiamo una dopo l`altra alle madri. qualche volta per rassomiglianza, qualche volta per assoluto contrasto. due epoche, due modi di essere donne. sono piu` felici queste donne, piu` realizzate? a tratti pare essersi spezzata una catena, meglio o peggio, chi lo sa? inevitabile. ma l`identita` stessa femminile sembra a tutte loro qualcosa di indefinibile e percio` perennemente a rischio, oggi come ieri. una specie di energia, di follia che non vuole farsi disarmare, che risorge sempre dalla morte per dare la vita. |