"nei singoli uomini non si e` verificata la benche` minima trasformazione, non e` accaduto altro se non che diverse inibizioni sono state spazzate via e che ogni specie di mascalzonate e furfanterie possono essere commesse oggi con un rischio relativamente minore, in ogni senso sia morale che materiale, di quanto non accadeva in passato. inoltre si parla un po` piu` di cibo e di denaro." cosi` arthur schnitzler descriveva, nel 1924, la sua epoca, difendendo "signorina else" dalle critiche di coloro che la consideravano un`opera appartenente a un mondo "finito e sorpassato". in realta`, la vicenda della giovane donna, ospite della zia nel grand hotel di san martino di castrozza, che per salvare il padre dalla rovina economica deve mostrarsi nuda a un vecchio conoscente, e` quanto mai sintomatica della lotta della dignita` umana contro il potere del denaro. ma soprattutto, in questo monologo-delirio, schnitzler raggiunge i vertici della sua creazione artistica cadenzando, come in uno degli ultimi quartetti di beethoven, il progressivo scivolamento dalla disperazione, al sonno, alla morte. |