il romanzo e` cosi` straordinariamente intessuto di riflessione politica, ideologica e psico-sociologica che non si lascia afferrare pienamente nella sua complessita` a una prima lettura. ne occorrono molte. ma fin dall`inizio, anche al lettore meno avvertito, s`imprime con stupefacente verita` umana il dramma dell`unico vero protagonista: nicolai stavroghin. un enorme concentrato di energia fisica e intellettuale senza direzione, di potenzialita` immensa destinata, priva com`e` di ogni autentico fine, alla corruzione e alla dannazione di tutto cio` che con essa viene a contatto. destinata, infine, all`autodistruzione nel piu` assoluto vuoto di senso. il vero demone del romanzo non e` lo spietato e cinico terrorista nichilista, ma la "pazzia morale" del protagonista, che fomenta tutto il male possibile per una sorta di celia accidiosa, senza godimento, senza partecipazione, senza rimorso, senza nostalgia del bene irrimediabilmente distrutto. |