"rileggendo `la religione del mio tempo`, l`impressione e` quella di un grande poeta che abbia posto il tema dei limiti della poesia verso la vita, in un mondo che non sa piu` che farsene ne` della poesia ne` dei poeti. pasolini, scegliendo la compromissione con la realta`, si e` tenuto al corpo vivo della propria singolarita`, narrandone l`urto con la storia. ha rifiutato il privilegio lirico, mettendosi in discussione come singolo anonimo e comune, prendendo su di se`, insieme alla grazia e a una squisitezza che possedeva d`elezione, tutta la nostra storica miseria individuale e di popolo. ha deluso, e` andato in una direzione contraria alla politica e alla cultura istituite e d`opposizione" (dalla prefazione di gianni d`elia). |