"la prima mano" e` quella del padre, un tempo forte e protettiva, mano amata e amorosa, che sorregge, cura e salva. scorrono i ricordi mentre l`autrice, col suo sguardo di bambina, di adolescente e poi di donna, attraversa gli anni di un`esistenza che appare privilegiata e dolente. lo sguardo rimane sempre lo stesso, acuto, preciso, intuitivo, vero. c`e` una guerra che sconvolge il paese e la bambina la osserva attenta, i bombardamenti e la fame, l`occupazione e le stragi dei nazisti. ci sono vacanze al mare e in montagna, dimore borghesi con cameriere e balie, l`autista francesco, "possente e meraviglioso", le due sorelle e il fratello. ci sono i primi turbamenti, l`infelice consapevolezza del proprio corpo. i viaggi con la famiglia su improbabili treni, mentre scene belliche di desolazione passano nel sole dell`estate davanti al portellone aperto del vagone bestiame. la narratrice percepisce il mondo che si sgretola fuori dalle sue stanze e intanto coltiva un senso di universale compassione che non la lascia mai, neanche quando nell`eta` matura conosce l`amore piu` doloroso e profondo, che offre al lettore con incursioni fulminee nella materia viva della memoria piu` recente. |