se la crisi ha ridotto al rango di semplici milionari quasi un terzo dei "signori nove zeri" inclusi nella lista annuale della rivista forbes, non sono di certo loro a pagare il conto di un ventennio di finanza sconsiderata. che differenza c`e`, in fondo, tra sedere in cima a una montagna di 4 miliardi di dollari e una di appena 3 o 2? dunque, non solo e` falso che "anche i ricchi piangono" ma, a giudicare dagli sfarzi e dagli eccessi ai quali si abbandonano, gli abramovich, gli ismailov, i mittal, i mansour bin zayed e gli altri membri dell`ultraesclusivo club dei "vergognosamente ricchi" non si vergognano affatto delle spregiudicate manovre che stanno all`origine delle loro fortune. anche questo libro di antonio caprarica e` in un certo senso, come i precedenti, un diario di viaggio, ma in un paese particolare, identificato da un unico confine: il livello del conto in banca. percorrendo in lungo e in largo la terra di soldonia, ci si imbatte in caveau rigurgitanti denaro, in regge da mille e una notte, in porti ingorgati da megayacht: i luoghi dove si consumano i rituali, le follie e gli affari sporchi dell`elite che determina gli indirizzi dell`economia mondiale come i trend della moda, dell`abitare, del viaggiare. un itinerario in un mondo molto lontano dalla terra, dove "le proteste dei disoccupati e i cigolii dei cancelli delle fabbriche che chiudono sono solo rumori di fondo". |