testimonianza di un`amicizia, il libro e` l`omaggio di un grande filosofo a un filosofo piu` giovane che da principio ne ha seguito le tracce, per imporsi poi con un`opera originale. omaggio filosofico, ovviamente: per quanto non manchino pagine intensamente affettuose che conferiscono un caldo colorito alle ricorrenti riflessioni sull`amicizia, il volume e` dedicato a una lettura del pensiero di jean-luc nancy, considerato sotto una particolare angolazione, la questione del tatto, in tutti i significati che la parola ha assunto nella cultura occidentale, da quello erotico a quello religioso, da quello gnoseologico a quello etico. in un serrato dialogo con una tradizione che muove dall`antichita`, ma con particolare attenzione a quella che derrida chiama una linea filosofica "franco-tedesca", il libro, pur incentrato su nancy, ne mette a confronto la scrittura con le tesi classiche in numerose digressioni che muovono da aristotele per toccare descartes e s. giovanni della croce, il nuovo testamento e kant, il problema di molineux e maine de biran, husserl e merleau-ponty, le`vinas e heidegger. derrida tuttavia non elabora un trattato, e meno che mai si preoccupa di tracciare un capitolo della storia della filosofia occidentale, ma affida a una scrittura affascinante, benche` non facile, il compito di cercare "nel solco di heidegger, la specificita` di un pensiero che non si riduca ne` alla poesia, ne` alla filosofia ne` alla scienza". |