nel regno sabaudo si impiccava il sabato mattina. l`ultimo pasto del condannato era una scodella di brodo. il tempo e` passato come passa il tempo da noi: la memoria genetica reca impresse storture antiche, in uno scenario antropologico, mentale, affettivo che tende a perpetuarsi, tra piccole corti e orizzonti da cortile. l`espressione allora proverbiale e poi dimenticata, "il brodo delle undici", parla del nostro presente, dell`agonia civile in cui versiamo. quanto tempo resta? il danno e` riparabile? se qualcuno oggi puo` misurare il guasto, costui e` franco cordero. ha acutezza di sguardo e sconfinata dottrina, ma anche la stoccata del grande pamphlettista. nessuno meglio di lui sa far combaciare le figure, nessuno e` altrettanto ingegnoso nello scovare analogie dai fondi della storia. esercizio illuminante, perche` "gli archetipi durano": dietro all`attuale "tecnocrate d`una mai vista regressione intellettuale, politica, morale, estetica" ecco profilarsi, insospettati, i precursori, le loro miopie di statisti posticci, la loro sinistra grandeur, dai calamitosi ambrosiani della primavera 1814 risalendo nei secoli fino a cola di rienzo, estremo tribuno di abbagliante ascesa e fine miserabile. |