questo libro e` una lettura del muro impermeabile che l`anoressica, immersa in un godimento pieno e irrelato, e nel rifiuto del legame sociale e della cura, pone tra se` e l`altro. alla base dell`anoressia, intesa qui come sintomo e non come disturbo, non c`e` infatti soltanto un rifiuto del cibo, del proprio corpo come sessuato, della propria immagine allo specchio, ma un fondamentale rifiuto dell`altro che si esplica nell`azzeramento della portata evocativa della parola e nell`assenza di domanda e di transfert. l`anoressia sfida quindi radicalmente proprio le pratiche di cura sorte dal ceppo freudiano, le cure di parola, e innanzi tutto la psicoanalisi, che secondo l`autore puo` operare sul godimento reale alla base del sintomo solo a partire da un uso della parola non semantico, ma piuttosto legato alla sua dimensione di atto. il clinico non ha il compito di normalizzare il negativismo anoressico, perche` questa direzione spesso collude con l`altro versante del sintomo, in cui il soggetto risponde con adesivita` compiacente alla domanda dell`altro, sia esso il genitore o il curante. cerchera` piuttosto di illuminare l`enigma del rifiuto anoressico a partire dalle quattro funzioni fondamentali che, a seconda della particolare posizione assunta dalla paziente, esso riveste: domanda inconscia d`amore, difesa dalla pulsione, tentativo di separazione e modalita` di godimento. |