"nei "racconti del maresciallo", mario soldati compare esplicitamente tra le pagine, nome e cognome, fingendo che le storie che egli riferisce gli siano state raccontate, e forse gli sono state raccontate per davvero, da un amico piemontese di nascita ma padano per trascorsi professionali, il maresciallo dei carabinieri gigi arnaudi. tutte le storie prevedono un esordio rituale: il soldati e l`arnaudi seduti a tavola, alla trattoria del leon d`oro, o delle tre ganasce, o magari al vagone ristorante. si mangia, si beve, e si racconta. soldati intinge brillantemente la sua materia gialla in questa saporosa e cordiale zuppa di conversazioni familiari, rinunciando di proposito a modi polizieschi, di tale of terror o anche di novella criminale." (cesare garboli) |