"ma alla fine abbiamo mandato giu` papa` al cimitero, mentre noi abbiamo rimasto qui in belgio e non ce l`ho mai domandato alla mamma, che ora ha novantasei anni, perche` ha voluto prendere questa decisione di non muoversi piu` dal belgio". il messaggio piu` scomodo che viene, in queste pagine, dalle parole dei superstiti e` che essi furono e si sentirono orfani non solo della miniera ma, una seconda volta, orfani della patria. marcinelle, belgio, 8 agosto 1956, la catastro`fa (nell`espressione meta` dialetto meta` francese) e` l`incendio scoppiato a 975 metri sottoterra in una miniera del distretto carbonifero di charleroi. 262 morti, 136 immigrati italiani, caduti per un banale accidente ma uccisi soprattutto dall`imprevidenza premeditata, dalla mancanza di misure protettive e dalla disorganizzazione. al di fuori delle celebrazioni rituali, la tragedia di marcinelle e` caduta in un colpevole oblio: questo libro la racconta, riportando alla memoria l`epica spesso dolorosa della nostra emigrazione. una sorta di romanzo-verita`, a mezzo secolo di distanza, che non usa altre parole se non quelle ricche di fervore delle vittime e quelle avare dei documenti ufficiali di raggelante insensibilita`. |