tokyo, 1948. anno del ratto. portatore di malattia, il topo governa la citta` occupata due volte: dalle truppe del generale americano mac arthur, insediato dopo la resa giapponese, e da fantasmi inquieti. tokyo. un altro anno del ratto. uno scrittore corre ansimando nella notte, gli occhiali rotti, i pantaloni infangati. fra le sue braccia gli appunti di un libro che non vuole farsi scrivere. sta correndo verso la porta nera. li` forse trovera` la verita`. li` forse capira` chi e` il falso medico che nel 1948 ha avvelenato e ucciso i dodici dipendenti della banca teikoku. tokyo ha scelto il suo colpevole. ma la citta` e` occupata, posseduta, la verita` nascosta. per scoprirla, lo scrittore partecipa a una seduta spiritica: dodici candele vengono spente, una per ciascuno spirito. le voci delle vittime, della polizia, degli occupanti americani si contaminano, si intrecciano in un serrato rituale esorcistico. fra i deliri dei testimoni, dove nessuno dice la verita` e quando la dice ne mistifica un`altra, s`insinua lo spettro della guerra batteriologica, l`eredita` degli atroci esperimenti sui tronchi, le cavie umane dell`unita` 731 deliberatamente infettate dalla peste. e le pagine del libro che non voleva farsi scrivere ora non sono piu` bianche. eppure lo scrittore non trova pace perche`, si`, i personaggi finalmente sono suoi, ma sue sono anche le lacrime, sua e` la sofferenza del giappone. e la condanna dello scrittore quella che david peace racconta nel secondo volume della trilogia di tokyo. |