oelze era un industriale di brema, molto colto e molto devoto a benn, che non aveva pero` occasione di incontrare. benn lo scelse, in anni dolorosi e difficili, fra il 1932 e il 1956, come cassetta di sicurezza dei suoi pensieri, dei suoi umori e delle sue emozioni piu` nascoste. le lettere che gli scriveva diventarono cosi` una sorta di ininterrotto, rovente monologo, dove benn sperimentava con la prosa, con i versi e con le immagini quello che andava cristallizzandosi nelle pagine memorabili di osteria wolf, il romanzo del fenotipo, il tolemaico. ma qui tutto si mostra allo stato nascente, avvolto nei fumi dell`estro, dell`improvvisazione, della furia. insieme magmatiche e acuminate, queste lettere trascinano nel loro flusso schegge preziose, che compongono senza volerlo un`opera rimasta meguagliata nella letteratura tedesca del novecento. |