quando comincia a riprendere conoscenza in una delle uniche due camere singole dell`ospedale di bice`tre, rene maugras, direttore del principale quotidiano parigino, di quanto e` avvenuto la sera precedente ricorda poco o nulla: sa che era a cena, come ogni primo martedi` del mese, nella saletta privata del grand ve`four (uno dei piu` antichi ristoranti della capitale, e anche uno dei piu` esclusivi) con un gruppo di amici i quali, come lui, possono considerarsi a giusto titolo, ciascuno nel proprio campo, dei personaggi molto, molto importanti - degli uomini arrivati, come si dice. a un certo punto era andato alla toilette, e li` (come scoprira` piu` tardi) lo avevano trovato, privo di sensi, un quarto d`ora dopo. sa quindi di essere vivo, e dai luminari convocati al suo capezzale si sente dire che guarira`, che ricomincera` a muovere il braccio destro, che potra` di nuovo parlare. ma rene maugras sa anche un`altra cosa: che non gli importa. a poco a poco, attraverso il groviglio di pensieri gli affollano la mente, si fa strada una domanda: "a che scopo?". a che scopo essere diventato un personaggio importante, a che scopo essersi dato tanto da fare - a che scopo vivere, in definitiva? mentre tutti si chiedono che cosa gli passi per la testa, maugras, con la lucidita` di una solitudine interiore spogliata da ogni maschera, fa un bilancio impietoso della propria esistenza, interrogandosi sul senso di quanto hanno fatto lui e quelli come lui per per diventare cio` che sono. |