un pomeriggio di agosto, verso la meta` degli anni novanta. nel silenzio immobile della controra, una voce chiede aiuto. una volta, due volte, dieci volte il grido risuona nell`androne ombroso di una elegante palazzina di posillipo. poi il silenzio, di nuovo, avvolge la strada. nessuna porta si e` aperta, nessuno degli inquilini ha risposto all`appello della ragazza. in quell`androne la trovera`, morta, un giovane poliziotto, uno che viene da un quartiere che sembra appartenere a un altro mondo, nella periferia orientale della citta`. e la prima volta che vede un cadavere - e quella ragazza potrebbe avere la sua eta`. nel vuoto sospeso di una napoli dove chi puo` permetterselo e` partito per le vacanze, e chi non puo` aspetta ferragosto per andare a passare una giornata a ischia o a procida, il giovane poliziotto si intestardisce a chiedersi chi era quella sua coetanea che sembrava cosi` normale, chi ha potuto ammazzarla, e perche`. interroghera` i vicini, rintraccera` gli uomini che l`hanno amata. scoprire la verita` (tanto imprevedibile quanto inquietante) lo indurra` a guardare con meno candore, e a giudicare con meno benevolenza, quella parte della citta` i cui abitanti, pur non essendo ne` camorristi ne` spacciatori ne` tossici - ma liberi professionisti, intellettuali, "gente perbene", insomma -, hanno anch`essi i loro ignobili segreti, le loro vilta` nascoste. |