l`italia e` stata caratterizzata per secoli da accentuate contrapposizioni, che ne hanno fatto un "paese diviso" per unanime riconoscimento. molti altri paesi del mondo occidentale hanno conosciuto nella loro storia profonde divisioni interne, ma in nessuno di essi, secondo l`autore, questo tratto si e` presentato e riprodotto in maniera tanto continuativa. l`italia, per ricorrere a un`abusata ma sempre significativa metafora, e` rimasta nei secoli la terra dei guelfi e dei ghibellini. le tre italie susseguitesi dopo il 1861, quella liberale monarchica, quella fascista e quella democratica repubblicana, hanno avuto tutte l`ambizione di dare allo stato una base di consenso capace di saldare attorno alle istituzioni una coscienza unitaria stretta da un vincolo comune che andasse al di la` delle inevitabili, necessarie differenze ideologiche, culturali, politiche e sociali. ma il progetto, nella tesi di salvatori, e` sistematicamente fallito, con la conseguenza che la dialettica tra le forze di governo e le forze di opposizione si e` configurata in modo tale da produrre l`atavica "anomalia italiana", segnata da una politica altamente conflittuale, dal contrasto tra il senso dell`etica pubblica e della legalita` e la sua negazione, dalle culture della contrapposizione. l`insieme dei saggi qui proposti mettono a fuoco lo svolgersi della dialettica "amico-nemico" nelle varie fasi della storia politica dello stato unitario, evidenziando in che modo questa si sia riflessa nella storiografia italiana. |