il manzoni e` fuori moda. quel che ne dice la scuola non interessa piu` e i discorsi amorosi, o volutamente dissacranti, di romanzieri e saggisti, non si incidono nella memoria. la gran parte degli italiani considera noioso "i promessi sposi", illeggibili le opere in versi, e francamente assurde le tesi sul fiorentino come lingua nazionale. dimenticare il manzoni? silvia giacomoni lo ritrae in quattro pose inaspettate: in modo nuovo, con tecnica teatrale, dando la parola a lui, ai suoi parenti, amici e critici. un sapiente montaggio di testi che ci fa venire incontro, vivo e vitale, il figlio adulterino di giulia beccaria; e che, per la testimonianza della madre e gadda, del cattaneo e goethe, di stendhal e sciascia, ce lo avvicina. ecco l`aristocratico manzoni alla ricerca dell`umilta` nella scrittura: vuole farsi capire dal piu` gran numero, sfida la repubblica delle lettere, importa il genere romanzo. ecco l`illuminista che, come un giacobbe, lotta con dio; e che, come un giobbe messo dal satana alla prova, perde moglie, figli, talento, danaro. ecco infine l`intellettuale che sa riconoscere, nei moti popolari, lo sbocco del disagio individuale e il suo superamento. il polveroso ritratto del grande poeta nazionale, staccato dal muro, lascia emergere altri e inquieti profili dell`uomo e dello scrittore: ci sono piu` manzoni, non uno soltanto, e tutti straordinariamente attuali. |