non doveva essere quello il gran finale di raphael haffner, non doveva ritrovarsi a settantotto anni dentro l`armadio di una stanza d`albergo a sbirciare una coppia che faceva sesso, a fissare la sua nuova dea zinka con il fidanzato niko. lui e` li` in un`imprecisata localita` termale dell`europa dell`est, per recuperare la villa requisita, sotto vari regimi, alla famiglia della moglie, riscattarsi per averla tradita e lasciata poco prima che morisse e dimostrare finalmente a figli e nipoti di non essere l`uomo egoista, vanitoso, inaffidabile e immaturo che tutti quanti sembrano credere. ma in realta` haffner non apprezza la maturita`, si sente ancora giovane e affascinante, ed e` inesorabilmente attratto dalla decadenza. i suoi modelli sono gli imperatori romani, la spietata crudelta` di tiberio, gli eccessi sfrenati di eliogabalo; cerca le cose piu` alte in quelle piu` basse: nella lussuria, nella vanita`, nella vergogna; in ogni vittoria intravede la sconfitta, nella piu` desolante umiliazione il trionfo. e cosi` non sa opporsi ai romantici approcci dell`insoddisfatta frau tummel, e soprattutto alle degradanti fantasie di zinka. con uno stile ipnotico, ma anche elegante e divertente, tra paesaggi montani immacolati e grigiori post comunisti, ricordi di un`infanzia ebraica a londra e della vita da uomo d`affari a new york, adam thirlwell descrive le tappe di un percorso esistenziale, che fa di questo torpido e intrigante don chisciotte un ironico emblema del ventesimo secolo. |