un`incessante attivita` al fianco dei piu` importanti jazzisti degli anni cinquanta e sessanta, il colpo di fulmine alla corte di miles davis, un`idea accarezzata per anni e infine ecco i weather report. l`incontro e l`integrazione creativa di joe zawinul e wayne shorter - l`austriaco e l`afroamericano, il suono piu` sperimentale e il sassofono piu` lunare della storia del jazz - costruiscono incessanti utopie: rompere la dicotomia fra composizione e improvvisazione, fra occidente e oriente, corpo e anima, musica e pura vibrazione elettrica. per creare colonne sonore di film immaginari, e poi un`ineffabile muscolarita` sempre piu` funky e pur sempre visionaria e surreale, fianco a fianco a compagni di strada e macchine ritmiche instancabili quali miroslav vitous e airto moreira, alphonso lohnson e alex acuna, jaco pastorius e peter erskine, victor bailey e omar hakim. attraverso una ricostruzione puntuale, dettagliata e avvincente, christophe delbrouck narra amicizie profonde e controverse - fra lo scorbutico joe, il mistico wayne e l`esplosivo, inafferrabile jaco - e, album dopo album, descrive tutte le creazioni dei weather report. pietre miliari del passaggio dal jazz-rock alla fusion music, ma soprattutto architravi del paesaggio sonoro contemporaneo nel quale convivono vivacemente l`etnico e l`elettronico, il metropolitano e il neotribale, le categorie della modernita` e quelle del futuro che ci attende. |