sono in tre, partono dal canada, sfrecciano verso il confine messicano. alla guida hattie, giovanissima zia, tornata al volo da parigi perche` la sorella min, tanto per cambiare, picchia in testa e lascia i figli da soli. di fianco a lei logan, pantaloni troppo larghi, parole poche ma precise, incise sul cruscotto con la punta del coltello: la sua musica crucifucks, outkast, public enemy, e gli piace sapere che in ogni angolo del mondo trovera` uno straccio di campetto da basket dove tirare a canestro. ha quindici anni, succhiotti sul collo, e il suo sorriso e` come un uragano, eroina, partorire un figlio. sul sedile dietro thebes, undici anni, un fiume di parole, costruisce aquiloni e buoni regalo giganti che danno diritto a diventare attore, o ad affidarle dieci segreti da custodire. viaggia con un enorme dizionario che la tiene attaccata alla terra, mentre i suoi pensieri volano sempre piu` su. il suo saluto e` "bonjourno!", la sua sensibilita` profetica, il suo umorismo irresistibile. puntano al margine della california, al luogo sperduto nel deserto dove il padre si e` rifugiato da anni, in esilio da un amore troppo difficile con la madre dei suoi figli. e un viaggio di sogni, giochi meravigliosi e parole, telefonate ad amori lontani. nel vapore della doccia di un motel si vede chiaramente con chi stiamo, a cosa apparteniamo: seduti sul paraurti nel deserto apriamo finalmente le braccia a chi e` dentro di noi. |