abba, bandi, checchi, mario, nievo e gli altri memorialisti che vissero e poi rievocarono l`epopea garibaldina; verga, de roberto, pirandello, tomasi di lampedusa, sciascia e gli altri scrittori siciliani che la rivisitarono criticamente; e ancora malaparte, vittorini, la banti, bianciardi e altri narratori: dai loro libri l`icona dell`eroe, giuseppe garibaldi, illumina comunque un secolo e piu` di letteratura, offrendo alla precaria identita` dell`italia d`oggi un mito che, anche quand`e` messo in questione, nulla perde della sua efficacia. si direbbe anzi che, come sul romanzo francese dell`ottocento e sui suoi ambiziosi e sfortunati protagonisti si allunga l`ombra gigantesca di napoleone, cosi` sull`immaginario dei nostri narratori incomba l`archetipo-garibaldi, con l`evidenza di un monumento equestre e con l`urgenza di un problema irrisolto. un mito necessario, dunque, e tuttavia problematico, se oggi come ieri divide; ma e` proprio su una memoria divisa, contrastata, plurale che si reggono l`identita` e le sorti delle nazioni civili. |