questo libro cerca di sviluppare un argomento anti-nazionale fondato sull`ipotesi che identita` confini differenze non abbiano che un significato materiale, identificativo, ricognitivo, ma che siano del tutto privi di valore morale e non possano fondare alcuna difesa dell`idea di nazione. cio` e` vero sia in astratto, perche` fondare valori su circostanze casuali e` del tutto impossibile, sia in pratica perche` se e` vero che non ogni conflitto puo` essere evitato, almeno lo e` che la "confusione" (delle razze, dei costumi, delle lingue eccetera) abbassa la soglia delle ostilita`. per dimostrare l`inutilita` della nazione, in questo libro, a differenza di quanto si fa sovente, si muove non dal locale e dal tellurico, ma dalla globalita` e dalla sconfinatezza della societa` planetaria, denunciando alcuni pregiudizi, come quello relativo ai rapporti tra politica interna ed estera degli stati, al mito dell`interesse nazionale e della potenza dello stato, all`illusione della coessenzialita` tra stato e nazione, al rifiuto di introdurre il giudizio morale nella politica internazionale. |