john cage, e` noto, detestava i dischi. il geniale compositore californiano non perse mai occasione per ribadire il suo punto di vista: la musica registrata e` antitetica alla natura. "i dischi rovinano il panorama" e` una delle sue battute piu` fulminanti, e ora e` il titolo di questo bel saggio, snello ma mai meno che appassionato e appassionante, in cui david grubbs muove dall`assunto che, sulla scia di cage, i nuovi generi della musica sperimentale e dell`avanguardia degli anni sessanta erano particolarmente inadatti a essere rappresentati nella forma di una registrazione. musica indeterminata, minimalismo, partiture testuali, happening, musica elettronica dal vivo, free jazz, improvvisazione radicale: come potevano venire adeguatamente trasposte su lp queste pratiche performative naturalmente - e orgogliosamente evanescenti? poche di queste opere, all`origine, circolarono in forma registrata. di contro, i nostri contemporanei possono incontrare questa musica non solo attraverso una massa di lp e cd straripanti di materiali d`archivio, ma anche - e in misura persino maggiore - sfruttando le fonti online e i canali di condivisione su internet. grazie a queste incisioni gli appassionati di oggi stanno ricoprendo una musica affascinante, provocatoria e lungimirante, pensata ed eseguita da compositori e musicisti che in larga misura disdegnavano le registrazioni. |