Friedrich Gulda (1930-2000) è una figura di utopista ma anche una figura tragica. Messosi prepotentemente in luce a sedici anni, già celebre a venti e osannato nell’Europa occidentale come nelle due Americhe e in Giappone, Gulda non era soddisfatto del suo lavoro perché sentiva che il pubblico dei concerti era quantitativamente troppo poca cosa rispetto al pubblico della musica. Il recital, nato con Liszt per un pubblico interclassista, era diventato poi un’istituzione della borghesia. E per Gulda il concerto era una gabbia, egli detestava di presentarsi con addosso il frac, che non era più un abito da sera comunemente adottato ma una divisa, e di suonare per un pubblico che a suo giudizio assisteva al concerto come ad un rito. |