"una mattina a scuola ho fatto questa domanda agli allievi: un pomo in pittura vale una venere. perche` un pomo in scultura non vale una venere? da quella mattina (fu nel marzo `44) ho cominciato a scrivere". cosi` martini ricostruiva la genesi de "la scultura lingua morta", che pubblichera` a venezia, in cinquanta copie, nel 1945. lo scritto e` una drammatica sconfessione della statuaria, accusata di essere una lingua morta e una creazione di immagini episodiche, ma finisce in certi momenti per incrinare i protocolli della scultura stessa. c`e` qualcosa di tragicamente grandioso nella radicalita` di martini. chi si sta accanendo con tanta violenza contro la scultura non e` un intellettuale, un filosofo, un professore di estetica, ma d maggior scultore italiano contemporaneo. e l`abiura non avviene nelle aule di un simposio accademico, nell`ambito di una querelle universitaria, ma sullo sfondo degli anni piu` terribili della guerra. del resto, quanto del dramma storico in atto penetra nelle pagine di martini? quanto de "la scultura lingua morta" nasce dalla cognizione della malattia mortale dell`italia, dell`europa? "ogni cosa e` andata a fondo" aveva scritto nel dicembre 1943. |