
Sono una delle rivelazioni del momento in Usa. Vengono da Nashville, ma non fanno country,Infatti si sono inventati un suono, come dice il titolo del disco: folk, hip hop e rock and roll. Una via di mezzo tra rock e folk con movimentazioni di tempo abbastanza fuori dalle regole. Mettete assieme il furore del rock and roll, la sacralità del gospel, la passione del blues, il ritmo del bluegrass, mischiate il tutto e date in mano ad un come Dave Cobb la produzione. Ebbene, questi sono Judah & The Lion.

Tra rock e radici, con elementi blues e tanto Texas. Ovviamente avrete capito che Bill Carter è texano e che la sua musica deve parecchio al Lone Star State. Questo disco, il nono della sua discografia, mette in evidenza una non comune sapienza compositiva, unita ad un suono di prima catergoria visto che, tra i musicisti che suonano con lui, vediamo gente del calibro di Charlie Sexton, Denny Freeman ( già musicisti per Bob Dylan ), John Mills. 14 canzoni, un'ora di musica.

Sull'onda della rinnovata popolarità, arrivata in seguito alla produzione vincente del nuovo album di Mavis Staples ( Livin' On A High Note ), M. Ward pubblica un nuovo lavoro, questa volta suo nome. Un disco ballate, moderne e disincantate,di ispirazione rockin' country -folk, dove il cantautore di Los Angeles mostra di sapersi trovare a suo agio, con una materia che conosce alla perfezione. Il suono nitido, la bellezza delle canzoni, la partecipazione di Peter Buck, Neko Case e k.d.lang, rendeno l'album ancora più interessante.

Nuovo album, 2016, per la band di Seattle. Banshee è il loro quinto disco e, al contrario dei precedenti, è autogestito.

Il primo disco registrato da Jeff per la Columbia. Siamo nel Febbraio del 1993 ed il produttore Steve Berkovitz lo porta in studio a New York. Jeff e la sua chitarra. Ed il disco è una vera sropresa. Il giovane Buckley registra dieci covers, brani di Bob Dylan, Led Zeppelin, Smiths, Sly and The Family Stone, Louis Jordan, Bukka White. Versioni personalissime, tra le quali il blues Poor Boy Long Way From Home e Calling You (Bagdad Cafè): due veri capolavori. Un disco splendido, sorprendente, inetteso.

Brian Fallon, leader dei Gaslight Anthem, come pure di The Horrible Crowes ed anche Molly & The Zombies, debutta come solista. Painkillers è un disco solido che mischia rock e radici. Ci sono brani rock ma anche ballate acustiche e canzoni influenzate dall'alternative country. Fallon ha allargato le sue radici e, grazie alla produzione di Butch Walker, fa quel disco che in molti si aspettavano da lui. Oltre che da Walker, Brian è accompagnato anche da Catherine Popper, basso, e Mark Stepro, batteria.

Un esordio, o quasi, pesantemente sponsorizzato dalla rivista on line Pitchfork e dal critico di Rolling Stone Usa, David Fricke. Carter Tanton ha una gran voce e la sua musica, un crossover particolare tra rock e radici, molto moderno, è sicuramente una delle cose più interessanti uscite sul mercato ultimamente. Nel disco appaiono in veste di ospiti la brava Sharon Van Etten e Marissa Nadler. Da tenere d'occhio.

This is American Rock and Roll. Così è stato definito il disco d'esordio di questa band, proveniente dal Texas. Ricky Young, Joel King, Taylor Burns, Preston Wimberly e Ben Dumas sono cresciuti con le chitarre in mano, ascoltando musica. Dopo l'esordio del 2013, la band pubblica il secondo lavoro, ancora prodotto da Jay Joyce, dove i cinque mischiano rock e radici, blues e country seguendo le influenze di musicisti come Petty, Dylan, Cash, The Band, Allman Bros, Graham Parsons e Neil Young. Real American rock and roll.

Atteso nuovo album dell'intramontabile rocker, considerato come uno dei suoi migliori lavori di sempre, a detta di gran parte della stampa internazionale. Con Josh Homme, Matt Helders, Dean Fertita. Potrebbe anche essere il suo canto del cigno, quindi un disco da prendere assolutamente in considerazione.

Terzo capitolo di una trilogia ( non preventivata ), iniziata con Maraqopa e proseguita con Brothers and Sisters of The Eternal Son, Vision of Us on The Land è il disco più lungo ( 17 canzoni), ma anche profondo e misterioso dell'opera. Jurado è un cantautore che varia dal rock al folk, dalla psichedelia alla ballata d'autore, non si ripete e crea sempre delle melodie che colpiscono e che, lentamente, entrano dentro di noi. Cantautore atipico, difficile da etichettare ma, anche per questo, stimolante e decisamente innovativo.

Il capitolo finale della trilogia dedicata alla famiglia da parte di Ben Cooper, alias Radical Face. Un disco bello e profondo al tempo stesso, che mischia folk e rock, e che si distacca dai due precedenti, tanto che lo si può ( anzi si deve ) considerare un disco a sè., Un'opera innovativa e geniale, che mischia ballate classiche, brani pop, intuizioni folk, parti strumentali inserite tra un brano e l'altro. Sicuramente Radical Face è un progetto divers che non ha eguali nel panorama musicale attuale. Al punto che l'unica cosa che richiede al suo fruitore è quella di essere ascoltato più di una volta. A quel punto può diventare parte di Voi. Bella confezione, in cartone duro, come un libro.

Già membro dei Nickel Creek ( assieme alla sorella Sarah ed a Chris Thile ), Sean Watkins non è poi stato molto prolifico come solista. Solo quattro dischi sparsi nel tempo, prima di questo nuovo lavoro che lo porta più verso la canzone d'autore, la descrizione del momento che stiamo vivendo. Watkins dipinge la società americana con canzoni pungenti e, al tempo stesso, usa una backing band di indubbio spessore per dare al suono una forma rafffinata e personale. Un disco di indubbia qualità.

Coastgaard sono una formazione californiana molto legata alle sonorità anni sessanta, al surf in particolare ed alle melodie con le voci in primo piano, vedi Beach Boys. Questo disco, che risente di questa passione, contiene una serie di canzoni proprie legate a sonorità tipiche fine cinquanta/ primi sessanta. Musica con una forte qualità cinematica, dove ogni canzone richiama un momento preciso, quasi fosse una scena tratta da un film.

2 CD. La band di Fripp, con la nuova formazione a sette ( Robert Fripp e Jakko Jakszyk, Gavin Harrison, Bill Rieflin e Pat Mastelotto, Tony Levin e Mel Collins) aveva esordito con un mini dal vivo inciso nel 2014. Questo nuovo disco dal vivo, un bootleg uffciale edito dalla band, presenta un intero concerto, inciso molto bene, registrato a Toronto nel Novembre 2015.

Robbie Fuilks è sulla scena da diversi anni, da protagonista. E' uno dei musicisti che hanno aiutato a definire il termine Americana. I suoi dischi precedenti, sopratutto Georgia Hard e Gone Away Backwards, hanno tracciato la strada, per lui ma anche per altri. La produzione di Steve Albini, uno che a livello di suoni sta da tutt'altra parte, e la partecipazione di musicisti del calibro di Fats Kaplin, Shad Cobb, Alex Hall, Todd Phillips e Wayne Horvitz, fanno il resto.

Nuovo album del rocker olandese che ha la testa oltreoceano. Infatti Ad Vanderveen è nato sì in Olanda, ma fa musica in classico stile Americana, quasi fosse nato da quelle parti. Roots rock, ballate, venture country. Anche in questo disco, inciso con una rock band, la vena roots di Vanderveen non perde il suo smalto.

Teddy Thompson ( figlio di Richard ) e Kelly Jones, country singer di Los Angeles, hanno unito le forze per un disco fresco, molto vitale. Un album di country, venato di folk, sulla linea di certe cose degli Everly Brothers. Piacevole, diretto, sopratutto fresco e senza fronzoli, il disco ha ricevuto il plauso della cririca americana e sta catturando giudizi molto positivi anche in Europa. Never Knew You Loved Me Too, You Can't Call Me Baby, Don't Remind Me, alcune delle canzoni più gettonate.

C'era indubbiamente molta attesa per il nuovo album di Ben Harper, assieme a The Innocent Criminals, la band migliore con cui ha lavorato da diversi anni a questa parte. Il precedente lavoro coi Criminals risale a nove anni fa. Call It What It is è un disco solido e poetico al tempo stesso, rock ma anche tendente alla ballata, con una manciata di canzoni belle: dalla solare Shine (il titolo è già tutto un programma) a When Sex Was Dirty, ironica e graffiante, a How Dark is Gone, Pink Balloon etc. Ben Harper è finalmente tornato.

Canyon Spells, che in precedenza si chiamavano Daniel & The Lion, sono una nuova band Usa. Con il talento ( e le voci ) di Jimmy Linville e Michael Thomas, i Canyon Spells entrano di forza nell'universo del nuovo rock americano. Ispirati, con un suono che sta tra il rock classico e le ballate folk, mettono sul piatto una serie di canzoni ben costruite, decisamente gradevoli, che hanno dato subito un imput positivo alla loro musica.

Figlia di Alto Reed, il sassofonista di Bob Seger, Victoria Reed si presenta subito bene. Chariot è un disco di rock, con influenze soul, ed un feeling tutto particolare. La sua scrittura potrebbe, in parte, richiamare Stevie Nicks, ma poi Victoria ci mette del suo e, malgrado questo sia il suo esordio, sa già come condurre in porto il disco.

Nuovo album per la band di Ann Arbor, Michigan, che mischia rock, folk celtico con musica africana ed orientale. Un cocktail affascinante, fuori da ogni schema preordinato. Sotto la leadership della creativa Erin Zindle, voce, songwriter, violinista e polistrumentista, la band ha trovato una sua nicchia con un sound che si è fatto sempre più personale. Anche resto dei musicisti (tra cui brillano TJ Zindle e Dan Jones), sono di sicuro valore. The Threshold and The Heart è un disco che non passa inosservato.

Classico American Rock, sullo stile di Tom Petty, John Mellencamp e Bruce Springsteen. Trapper Schoepp originario del Milwaukee, aveva milatato prima nei Limbeck poi in una band chiamata The Shades. Depositario di un classico suono rock elettrico, con chitarre e piano in evidenza, Schoepp ci regala una manciata di canzoni decisamente piacevoli. 10 instant classics, tra i quali vengono citati Ballad of Olof Johnson, Settlin or Sleeping Around e Tornado Alley. La produzione, molto attenta, è di Brendan Benson, uno che se ne intende.

Attesa collaborazione tra Sam Beam (Iron & Wine) e Jesca Hoop. Il disco, scritto ed inciso nel corso del 2014, vede i due cantanti sostenuti da una solida band, in cui miltano musicisti come Robert Burger (tastiere), Eyvind Kang (violino), Glenn Kotche (batteria), Sebastian Steinberg (basso) ed Edward Rankin-Parker (cello). Un suono tra folk e rock, con ballate introspettive, ed una visuale innovativa, tipica di Iron & Wine.

Steve Howe, chitarra solista negli Yes. è un musicista a tutto tondo. La serie Homebrew, iniziata nel 1996, andava a a ricercare materiale inedito nei suoi archivi personali. Materiale registrato per le varie band a cui Steve ha partecipato: Yes, AWBH (Anderson, Bruford, Wakeman & Howe) e GRT (Steve Howe, Steve Hackett and Geoff Downes). Questo sesto volume contiene materiale assolutamente inedito, con ben 18 canzoni che appaiono per la prima volta, nella loro versione originale.

Il nuovo album del rocker / folksinger Usa. Intenso, profondo, tra rock e musica d'autore, come nella migliore tradizione del nostro.

2 CD. L'ultimo album della popolare formazione

Kevin Morby era il leader dei Woods, la jam band newyorkese di cui abbiamo parlato spesso. Se ne è andato per fare la sua musica. Ha già due dischi alle spalle, ma Singing Saw è il più personale, il più intimo, il più cantautorale. Con elementi folk, una musicalità a tutto tondo, suoni scelti in modo ben preciso e canzoni che rispecchiano in modo ben definito la sua ricerca melodica. Canzoni terse e dirette, ma anche profonde ed introspettive. Un musicista decisamente interessante.

Molto popolari in patria, sopratutto in Texas, decisamente sconosciuti fuori dagli Usa. Blue October sono una rock band melodica, molto poco texana nel suono, più vicina a sonorità alla Peter Gabriel.

Haroula Rose, nome d'arte, è di origini greche, ma di mestiere fa la cantautrice in Usa. E' nata a Chicago, ma vive in California e, saltuariamente, lavora anche per il cinema. Infatti un paio delle sue canzoni sono finite in film importanti come Still Alice e For A Good Time. Al suo secondo disco Haroula mischia folk e rock in modo dsincatato, lasciando fuoriuscire le sue radici, ma andando poi direttamentre verso un suono, figlio del classici del cantautorato californiano. Ci sono echi della MItchell, ma non è tanto la derivazione, quanto il risultato ultimo ad interessare, in quanto le canzoni della Rose sono di indubbia qualità.

Torna Mary Chapin Carpenter, con un nuovo album, degno del suo blasone. Grazie alla produzione di Dave Cobb, Mary Chapin si ripropone con un disco di grande spessore dove la ballata classica regna sovrana. E' proprio Cobb a indirizzare Mary Chapin verso il suo suono, la ballata pianistica. 11 canzoni, tra cui quella che dà il titolo alla raccolta, ma anche Something Tamed, Something Wild, Livingston, Oh Rosetta e The Blue Distance, per ritrovare una autrice che abbiamo amato a lungo. E che continueremo ad amare. Copia non sigillata.

CD / DVD. Brian Wilson & Band, con ospiti, dal vivo. Concerto del Dicembre 2014, registrato a Las Vegas. Wilson, oltre alla sua band, coinvolge musicisti del calibro di Ricky Fataar, Blondie Chaplin, Kacey Musgraves, Nate Ruess, She & Him e Mark Isham. Oltre alle sue canzoni Brian rilegge i classici dei Beach Boys in veste a dire poco sontuosa: California Gilrs, Fun Fun Fun, All Summer Long, Help me Rhonda, Wouldn't It Be Nice, Sail on Sailor, Wild Honey, Sloop John B, Heroes and Villains, Good Vibrations. Il DVD contiene 26 canzoni. Qualità audio video superba. Copia non sigillata.

Nuovo album, il terzo, per la super band guidata dal songwriter Todd Snider. Il gruppo, in cui sonano musicisti del calibro di Dave Schools ( Widespread Panic ), Neal Casal ( Chris Robinson band ), Duane Trucks, Chad Staehly e Jesse Aycock ha ulteriormente ampliato i suoi orizzonti. Rock, blues, southern rock, ma anche musica d'autore con una canzone, scritta appiosta per loro, di Guy Clark ( che appare anche alla chitarra ). Il resto, compresa la jam Purple Mountain Jamboree, è tutto da scoprire.

Rob Baird è un musicista decisamente interessante. Viene da Nashville, ma non fa country. Casomai la sua musica si può definire Americana, ma con un tocco molto personale. Infatti le sue ballate, le sue composizioni, profonde ed introspettive, sono classica musica d'autore con una solida dose di radici ma anche forti influenze da parte del Memphis Soul targato Stax. Il risultato è un disco di indubbia qualità che mette a fuoco la scrittura di Baird e la sua particolare visione musicale.

Esce all'improvviso il nuovo album di Michael McDermott, Un disco a suo nome, senza i Westies, la sua attuale band. Un bel disco, ovviamen te, solido, elettrico, con una manciata di canzoni di spessore. E' un momento caldo per Michael che, dopo vari problemi, è tornato a fare musica vera, da rocker e da singer songwriter. Intro dylaniano con Willow Springs, poi il disco si sviluppa attraverso una serie di canzoni di indubbio spessore, in cui il nostro è supportato da Heather Horton, Will Kimbrough, Edddie Firiz, Lee Price, John Deaderick. Confezione in digipack e libretto coi testi, sia in italiano che in inglese.

Fallen Angels, il nuovo lavoro di Bob Dylan è il seguito dell'amato ma anche odiato Shadows in The Night. Infatti questo nuovo album di Dylan, il suo 37°, presenta ancora il musicista in veste di crooner, di interprete. Frank Sinatra è sempre la sua ispirazione principale, ma questa volta Bob va a scegliere canzoni più note, come All The Way, Young At Heart, Polka Dots and Moonbeams, All Or Nothing at All, That Old Black Magic, Come Rain or Come Shine, Melancholy Mood. Se amate le atmosfere laconiche e la voce di crooner di Bob, questo è il vostro disco.

I Mudcrutch sono la prima band di Tom Petty, prime degli Heartbreakers. Band che comprendeva Mike Campbell e Benmont Tench, due colonne negli Heartbreakers, Tom Leadon e Randall Marsh. Il secondo album è di gran lunga superiore al precedente ma anche ai due ultimi lavori degli Heartbreakers: Mojo e Hypnotic Eye. Un disco di Petty puro e roccato, con molte ballate di sapore roots ed almeno tre, se non quattro, canzoni strepitose. Trailer, Dreams of Flying, Beautiful Blue, Hungry No More. Rock and and roll venato di radici, con Tom in gran forma, come autore ma anche come esecutore. Grande disco ! Edizione Usa, versione in digipack, copertina apribile. Copia non sigillata.

5 CD. Day of the Dead è un'opera monumentale. 59 canzoni, sei ore di musica. I fratelli Dessner dei National hanno orchestrato questo tributo alla più grande band di sempre mettendo assieme un numero sconfinato di band e musicisti, dei generi più disparati. Ne risulta un lavoro di grande impatto con versioni splendide ed altre meno riuscite. Ma l'opera è da apprezzare in toto, anche perchè le cose riuscite sono la gran parte delle covers.Sono coinvolti alcuni dei nomi migliori della attuale scena alternativa, e non. War on Drugs, Sharon Van Etten, Phosphorescent, Mumford & Sons, Jim James, Lone Bellow, Bonnie Prince Billy, gli stessi National, Grizzly Bear, Kurt Vile, Lee Ranaldo, Cass McCombs, Stephen Malkmus, Wilco, Tallest Man on Earth, Flaming Lips, Lucinda Williams e molti molti altri.

Per il suo sesto disco da solista, il singer songwriter Brett Dennen, uno dei migliori autori della scena attuale, va a Nashville ad incidere. E si fa produrre da Dave Cobb. Scelta intelligente, in quanto Cobb (Anderson East, Southern Family, Chris Stapleton, Jason Isbell), riesce a liberarlo dalle pastoie di un suono un pò ripetitivo e gli dà più libertà e suoni migliori. E poi Dennen scrive come non faceva da tempo. Ascoltate What's The Secret, Cassidy, Bonfire e Strawberry Road.

Nuovo lavoro, 2016, per la cantautrice dell'Oregon.

Stephen Kellogg, originario della scena di Boston, è un rocker, singer songwriter emergente. Ha già alcuni dischi al suo attivo, con un forte amore per Tom Petty & The Heartbreakers, ma sa anche fare musica sua, con radici molto ben definite. Questo nuovo album è stato inciso in quattro posti diversi, in America, e ci dà un saggio delle possibilità di Kellogg. Infatti Stephen ha registrato ad Atlanta (con la produzione di Travis McNabb dei Better Than Ezra), quindi a Boulder (con la produzione di Gregory Alan Isakov), ed anche a Woodstock e Washigton, DC

Molto ben accolto dalla critica mondiale, ecco il nuovo lavoro di Brian Eno. Era dal 2012, da Lux, che Eno non presentava un disco nuovo. The Ship è un album di canzoni, dove la musica innovativa dell'autore, prende corpo in una serie di ballate molto personali. Eno mischia abilmente canzoni coinvogenti,musica ambient minimalista, narrazioni mischiate a musica elettronica e innovazioni tecniche. Il tutto al servizio di un lavoro molto cinematico.

Primo album come solista per il bassista della E Street band. Un talento formidabile che, finalmente, fa un disco suo. Canta anche Tallent, e scrive una serie di canzoni legate al passato, agli anni cinquanta e sessanta. Nella band ci sono musicisti come Fats Kaplin, Eddie Angel ( chitarrista ne Los Straitjackets ), Dave Roe, Kevin McKendree ( pianista eccellente ). Tra gli ospiti: Nils Lofgren, Doug Kershaw, Duane Eddy ( una leggenda), Bill Lloyd, Kristi Rose, Jack Irwin ed altri. Finalmente disponibile anche in CD.

Il nuovo lavoro di Paul Simon arriva cinque anni dopo So Beautiful So What, un buon disco, ma che non portava nulla di nuovo nella carriera del cantautore. Stranger to Stranger si avvale della presenza in sala di registrazione di Roy Halee, storico ingegnere del suono di Simon e Garfunkel, ma Simon, che cerca sempre sonorità diverse, si avvale anche del musicista dance italiano Clap ! Clap ! ( in tre canzoni). Stranger to Stranger è un disco che si basa molto sui suoni, cercando di rinnovare la sua forma melodica. Ci sono una manciata di canzoni sopra le media, tra cui la splendida Cool Papa Bell. Ma, in generale, il disco risulta superiore alla media delle pubblicazioni recenti di Paul Simon. L'edizione Deluxe contiene cinque canzoni in più: Horace and Pete, Duncan ( Live), Wristband ( Live) Guitar Piece 3 ( strumentale), New York is My Home ( con Dion).

Natalie Merchant non è più nella formazione, da oltre venti anni, ma la band, i 10.000 Maniacs, c'è ancora, ha il suo pubblico, un bel seguito. La dimostrazione arriva da questo disco, registrato dal vivo in un concerto celebrativo nella propria città natale, Jamestown, nello stato di New York. Per celebrare i 35 anni di attività si sono ritrovati i musicisti originali ( John Lombardo, Dennis Drew, Jeff Erickson, Jerome Augustyniak, Steven Gustafson, Mary Ramsey) ed hanno eseguito, con l'aggiunta di archi e fiati, 14 classici del proprio repertorio storico.

Al suo settimo disco, la cantautrice Americana Marissa Nadler continua il suo personalissimo percorso. Il suo folk, notturno, quasi gotico, è melanconico e struggente, ma ha una forza intrinseca ed una solida base melodica, al punto che la sua musica, una volta entrata in circuito, diventa indispensabile. Marissa è una musicista culto, ha un bel seguito e questo disco, segnalato come uno dei suoi più riusciti, è destinato a conquistare nuovi adepti.

Collaborazione inattesa tra due musicisti, tra i più importanti nell'ambito del suono Americana. Shawn Colvin, cantautrice e interprete, e Steve Earle, icona della musica d'autore, leader in ambito country rock, ma anche rocker e bluesman. Earle è uno dei musicisti più influenti, nell'ambito del suono Americana, degli ultimi trenta anni. I due collaborano per la prima volta, ed è anche il primo disco in duetto che incidono, dove eseguono una serie di covers decisamente particolari. Infatti ci sono classici come Ruby Tuesday e Tobacco Road e scelte curiose quali You Were On My Mind, Tell Moses e You're Still Gone. Prodotto da Buddy Miller, che è anche il chitarrista della house band. La versione Deluxe, limitata e pubblicata solo negli Stati Uniti, contiene tre tracce in più, esclusive: Someday, That Don't Worry Me Now, Baby's in Black.

Inutile dire che c'era molta attesa per il nuovo disco della band di Ben Bridwell, sia per il fatto che alla produzione c'è uno come Rick Rubin, assieme a Jason Lytle ( Grandaddys). Ma anche perchè la scrittura dello stesso Bridwell non è mai stata così coesa e brillante. Infatti questo disco, che ormai dà un definizione più classica al suono della band, si può affiancare alle cose migliori del gruppo, cioè il recente Mirage Rock Rock ed anche Infinite Arms. Un disco atteso in quanto è il lavoro più ispirato e personale dei Band of Horses

Torna Beth Orton, a qualche anno di distanza dal suo ultimo lavoro. E cambia, in parte, anche il suono. C'è una tendenza ad usare in parte la musica elettronica che, unita al suo songwriting, muta radicalmente certe sonorità. Infatti Beth collabora con musicisti come Dustin O'Halloran, Andrew Hung, Chris Taylor e George Lewis. Ma non c'è di che preoccuparsi: il talento e la giusta attitudine sono quelli di sempre.

Joseph Arthur continua a fare musica, anche al di fuori della sua attuale band, RNDM. E se nella band è più rock, da solo coltiva la canzone d'autore, certe ballate più intime e personali. Come accade in The Family, un disco dai toni crepuscolari.

Un disco decisamente particolare dove Kozelek, voce e pianoforte ma senza una band alle spalle, interpreta alcuni standards. Brani che sono particolarmente cari a lui, che ha in testa da anni. Brani che vanno dallo standard reale come Somewhere Over the Rainbow o O Holy Night, a canzoni che si rcoirdano in pochi come Get Along Cindy, cantata da Ricky Nelson e Walter Brennan nel film Rio Bravo. A Send in the Clowns, un classico di Sinatra, Moon River, colonna sonora di Colazione da Tiffany, e via di questo passo.Un disco certamente originale, con ospiti come Minnie Driver, Mike Patton e Will Oldham.

Dopo due dischi cult come Photographs e The Lights From Chemical Plant, Robert Ellis mischia ancora meglio le carte e scende verso un suono più roots oriented, ma con anche canzoni rock, soul e persino bluegrass. Un disco dedicato alla musica delle radici, a trecento sessanta gradi, con riferimenti al suono di Dave Cobb, ma anche alla grande tradizione cantautorale a stelle e strisce. Robert Ellis è un disco vero, ben costruito, ottimamente suonato, con una serie di canzoni che faranno la gioia di chi ama questo suono.

Chip Taylor è noto come autore ( Wild Thing ed altre ) e come performer ( ha inciso una valanga di dischi a suo nome ), ma ben pochi sanno della sua famiglia. Infatti Chip, il cui vero nome è James Wesley Voight, è fratello dell'attore Jon Voight. Questo disco parla della sua giovinezza, della vita coi due fratelli ( il terzo è Barry, di professione vulcanologo ) ed è composto da una serie di ballate in stile folk rock, anche Americana, piacevoli e ben costruite. Un disco più immediato che ci riporta il Chip Taylor anni settanta, quello che aveva regalato dischi del calibro di Last Chance e Some of Us.

Dopo l'ottimo esordio di qualche anno fa, Long Way Down, il giovane cantautore britannico continua a fare parlare di sè con questo secondo lavoro. Il disco, prodotto da Jim Abbiss (Arctic Monkeys, Kasabian, Adele), conferma tutto quanto di buono è stato scritto attorno a lui. Odell ha dei musicisti a cui si ispira, il primo Elton John ed anche Billy Joel. L'uso del piano, e non solo, lo avvicina ai due grandi, ma poi è anche il suo essere british, il suo modo di cantare, di fare musica in un certo modo, che lo affianca a questi grandi. Comunque Odell sa scrivere, canta bene e, a conti fatti, non è una meteora.Edizione normale con 11 canzoni

2 CD. Electric Hot Tuna, Live at Wanee 2016. 13 canzoni, con Funky 7, Rock Me Baby, Water song, I See The Light, Hesitation Blues etc. Pubblicazione non ufficiale.

Secondo lavoro da solista per Will Butler degli Arcade Fire. Si tratta di un disco dal vivo, registrato per lo più il 4 Giugno 2015 a Chicago, alla LIncoln Hall. Butler, a capo della sua band, Policy, presenta cinque canzoni nuove di zecca, cinque del disco precedente e due uscite solo per il giornale The Guardian. Una scelta personale, dove l'autore mischia la sua esperienza di rocker con sonorità tipiche degli Arcade Fire, in un melting pot di suoni decisamente coinvolgente.

Molto atteso, ecco finalmente disponibile il disco inciso in collaborazione tra tre cantautrici al femminile: Neko Case, kd lang e Laura Veirs. Le tre, così diverse tra loro, hanno trovato una perfetta alchimia incidendo assieme. Sono riiuscite a creare quella magia che ha permesso loro di registrare e cantare assieme, senza che l'ego di nessuna prevalicasse le altre. Folk rock, ballate elettriche intessute su melodie ben costruite: tre voci splendide, diverse, ma armonicamente unite, hanno create una magia abbastanza difficile da trovare. E molto si deve alla produzione attenta di Tucker Martine, uno che sbaglia molto di rado.

Bruce Hornsby, reduce dai magistrali concerti coi Grateful Dead, il Fare Thee Well tour, incide un nuovo disco, con la sua attuale band, The Noisemakers. Invece del piano, questa volta Hornsby usa come strumento base il dulcimer, strumento più antico e usato in ambito folk e country. Il disco contiene quindi una serie di canzoni e ballate, legate alle radici, in cui troneggia la bravura dell'autore, ma anche la sapienza della sua band: J.T. Thomas (organo), J.V. Collier (basso), Sonny Emory (batteria), Gibb Droll (chitarra) e Ross Holmes (fiddle e mandolino). Oltre a due ospiti del calibro di Bon Iver e Mavis Staples. Uno dei dischi più riusciti di Bruce Hornsby

Era dal 2011, da Smart Flesh, che Ben Know Miller e la sua band, The Low Anthem, non si facevano vivi. Non hanno mai abbandonato la loro base, Providence, Rhode Island, dove hanno poi registrato anche questo nuovo lavoro, in uno studio di registrazione creato per l'occasione: The Columbus Theater.La musica è sempre la stessa, tra folk e rock, con accenni pischedelici, ombre blues, ballate notturne, richiami tradizionali. Miller e i Low Anthem non hanno perso il vizio di fare buona musica, ma si sono gettati di nuovo alla ricerca di motivi particolari, per solleticare l'interesse di un pubblico mai sazio. Come confermano brani come Ozzie, In Eyeland, The Circular Ruins in Eupio e Behind The Airport Mirror.

Dopo la concente delusione con Wilder MInd, i Mumford & Sons cambiano completamente registro e pubblicano un EP. 5 canzoni, in compagnia del musicista afro Baab Maal, e di Beatenberg and The Very Best. Registrato a Johannesburg l'EP è un punto di partenza deciso da tutto quanto la band inglese ha fatto sino ad oggi.

Il nuovo album, 2016. Si tratta di registrazioni inedite, mai pubblicate sino ad oggi, ma registrate nel 1986, per la colona sonora di Made in Usa

Non contento del successo dei primi due dischi, l'omonimo Jake Bugg e Shangri La, il giovane cantautore inglese ha addirittura prodotto lui stesso ( a parte tre canzoni ), il nuovo lavoro. Ballate folk rock, influenze roots ed una manciata di canzoni, tra cui Hold On You, On My One, Never Wanna Dance e Love Hope and Misery che confermano che Jake Bugg è uno dei migliori giovani talenti sulla attuale scena inglese.

2 CD. Neil Young ci regala un altro disco dal vivo, questa volta con la band dei fratelli Nelson (figli di Willie): Promise of The Real. Un disco ruspante dove il canadese, oltre a recuperare una valanga di brani oscuri ma belli, ci regala anche un inedito (Seed Justice). La sola Love & Only Love (28 minuti), vale il prezzo del biglietto. Ma anche Vampire Blues, After The Gold Rush, Human Highway, Western Hero: tutte grandi canzoni che non sentivamo da anni. E poi, dulcis in fundo, ogni canzone è aperta e chiusa dai rumori della terra, da grilli, cani, rane, clacson di macchine ed altre stranezze. Un disco, a dire poco, originale.

Cantautore ( rock) irlandese, Vance ha sempre avuto il sostegno della stampa britannica, oltre che il supporto di vari musicisti, locali e non, a cominciare da Ed Sheeran.
Con questo terzo lavoro, Vance mischia folk, rock e acoustic blues . Le canzoni hanno molta forza, ma il suono, rispetto ai dischi precedenti, risulta più curato.

Dopo l'interessante The Shipwreck From The Shore, Anthony D'amato approda al nuovo album, in ottima compagnia. Il disco è stato inciso ad Omaha con la produzione di Mike Mogis (Bright Eyes, First Aid Kit). Nell'album suonano musicisti del calibro di Conor Oberst ed anche membri dei Bright Eyes, The Faint e Cursive. Un disco dal suono ampio, molto curato, lavorato anche nei particolari, grazie ad una produzione ricca ed a una strumentazione larger than life. Secondo NPR " he writes in the tradition of Bruce Springsteen or Josh Ritter ", mentre la rivista inglese Uncut scrive, a sua volta, che la sua musica ha "echoes with early Bob Dylan".

Uno dei dischi più belli del duo folk rock, edito originariamente nel 2002.

I fratelli Johnny (voce nei Lynyrd Skynyrd) e Donnie (leader dei 38 Special) hanno formato una propria band, Van Zant, per rendere pubbliche le loro passioni private, sopratutto per la musica country. Assieme hanno inciso tre dischi e si sono conquistati una bella fetta di pubblico, al di fuori dalle proprie band. Questo album dal vivo, registrato nel 2006, durante l'unico tour dei Van Zant, è stato inciso a Valdosta, Georgia. La band, come ci si aspetta, esegue in parte brani tratti dai proprio dischi, in parte repertorio classico dei Lynyrd Sknynrd e dei 38 Special. Brillano le versioni di alcuni classici come Call Me The Breeze, Sweet Home Alabama, Wild Eyed Southern Boys, I Can't Help Myself, My Kinda Country. I masters arrivano dalla collezione privata dei Van Zant.

Era già da un pò di tempo (da Eagle Rock Fire, Maggio 2014), che Joe Purdy non si faceva vivo. Who Will Be Next? è un disco totalmente nuovo, con una band alle spalle ed uno splendido suono, tra rock e radici. Il violino di Scarlet Rivera (ve la ricordate, con Dylan?) e la steel guitar di Chris John Hillman sono due degli strumenti guida di un disco bello, intenso e profondo. Ballate classiche, scrittura lucida, per una manciata di canzoni di alto livello. Come ogni disco di Joe Purdy, anche questo ha una reperibilità abbastanza difficile. Disponibilità abbastanza limitata.

Il nuovo album, 2016, Versione Deluxe, con due brani aggiunti: Don't Want Can't e In The Name of The Wee Man.
Vista l'imminente visita nella nostra penisola, offriamo il disco, nella versione deluxe ed in digipack, ad un prezzo molto conveniente.

Jon Anderson (Yes) e Roine Stolt (Transatlantic), in una nuova collaborazione. Questa volta, nel disco suonano anche Nad Sylvan, Tom Brislin e Danierl Gildenlow. Limited digipack edition.

Texano, atipico, Sean McConnell non è al primo disco come solista, anche se è più noto come autore, che come esecutore. Ha scritto per vari musicisti texani e non, passando disinvoltura da Wade Bowen alla Randy Rogers Band, da David Nail alla Eli Young Band. Questo suo nuovo lavoro, che segue Midland e Saints, Thieves and Liars, è il migliore della sua produzione. Tra rock e radici, in puro stile Americana, ma non country, McConnell mette sul piatto un disco solido, cantato bene, arrangiato alla grande, che offre dieci canzoni di qualità. Da tenere d'occhio.

Le canzoni dei Creedence riviste da una bella serie di band latine. Una idea originale, messa a punto dalla Concord, etichetta Usa. Ci sono nomi noti e non, ma il disco funziona, prima di tutto per via delle canzoni, poi perchè alcune interpretazioni sono da manule. I Los Lobos, che non hanno certamente bisogno di presentazioni, ma anche Los Lonely Boys, Ozomatli, Billy Gibbons. Per arrivare poi ai nomi latini: dal famossissimo Juan Gabriel a Andres Calamaro, El Tri, Bunbury, Salvador Santana ( figlio di Carlos ) etc. Le canzoni: Proud Mary, Bootleg, Who'll Stop The Rain, Have You Ever Seen The Rain ?, Born on The Bayou, Bad Moon Rising, Fortunate Son, Green River ed altre. Di nuovo disponibile.

Nuovo album per la popolare jam band sudista che, anche in questa occasione, vede il batterista degli Allman Brothers (Butch Trucks), nella propria formazione. I Great Caesar's Ghost sono una cover band di lusso, in quanto rifanno, ovviamente alla loro maniera, le canzoni degli Allman Brothers e dei Grateful Dead. Come in questo disco dove accanto ad una spettacolare In Memory of Elizabeth Reed, troviamo Franklin's Tower. E poi Blue Sky e St. Stephen. Ma anche brani loro come Dreams I'll Never See e Mr Charlie. Reperibilità difficoltosa.

Band molto particolare questi Faun Fables. Vengono da San Francisco e la loro musica è un coacervo di tradizioni folk, psichedelia, tentazioni avant, teatralità e visionarietà pantenista. Come si può evincere, i Faun Fables ( che non facevano un disco nuovo da sei anni ), sono una band originale, diversa di qualunque altro gruppo sulla scena, ma anche un gruppo creativo che fa della musica totalmente personale.

Clover Lane, pubblicato nel 2014, lo aveva imposto come autore di un certo valore, grazie anche ad un disco che era piaciuto parecchio, anche al pubblico legato a sonorità Americana. Tolchin è un autore vero ed il suo cocktail di rock, country e blues è personale, ma anche di indubbia qualità. Negli ultimi due anni ha girato assieme ai fratelli Alvin, Chuck Prophet, Dwight Yoakam e Chris Stapleton. Thousand Mile Night, registrato negli studios di Muscle Shoals, Alabama, è il suo biglietto di sola andata per la notorietà. Diamogli fiducia.

Scoperta da Alan Sparhawk dei Low, nel corso di una serata open mike a Duluth in Minnesota, Haley Bonar si è poi fatta strada lentamente.Questo è il suo sesto lavoro come solista, dove la ragazza, nata in Canada ma residente in Usa ( South Dakota ), mostra una crescita esponenziale sia dal punto di vista della scrittura che come interprete. Tra ballate rock, influenze pop e momenti più rilassati, Haley mostra un talento in decisa crescita.

Amos Lee si è ormai fatto un nome, come autore e come performer. In questo disco, il sesto da solista, Lee addirittura diventa il produttore di sè stesso e dà fondo alla sua vena melodica, mischiando antico e moderno, rock e canzone d'autore. Un disco che conferma il suo talento e che, al tempo stesso permette, a chi non lo conosce, di trovare un nuovo musicista su cui contare.

Terzo album per la cantautrice irlandese, questa volta prodotto da Aaron Dressner ( The National ), già resposabile per lo splendido tributo ai Grateful Dead. La Hannigan, che ha due dischi alle spalle ( Passenger e Sea Saw ), qui è più legata ad un suono folk intimista, più dark. D'altrone è la sua stessa cultura a creare queste melodia stringate e profonde, che la sua bella voce evidenzia in modo diretto.

Disco d'esordio per la band sud californiana. Una band che ha una storia tutta particolare. Infatti The Shelters (anche il nome è importante), nascono perchè Tom Petty li ha sentiti, gli sono piaciuti. Quindi ha dato loro le chiavi del suo studio e gli ha lasciato incidere il disco, senza intervenire. Ci ha messo però i soldi, Petty, visto che ci crede, producendo il lavoro assieme al fido Ryan Ulyate. Chase Simpson e Josh Jove, i due leaders della band, hanno le idee chirare, compongono bene e suonano le chitarre alla Heartbreakers. Lo provano Rebel Heart (titolo pettyano), Birdwatching, Gold, Down, The Ghost is Gone. E poi il nome Shelters, suggerito da Petty, è un omaggio alla Shelter, la casa discografica per cui stavano per incidere i Mudcrutch nei primi anni settanta. Tra i debutti più importanti di quest'anno.