nel 1962 ermanno olmi rilascia un`intervista in cui dichiara: "nel mio prossimo film, tratto dai ricordi di russia di mario rigoni stern, "il sergente nella neve", non ho nessuna intenzione di fare della critica storica. la verita` totale della guerra (perche` la guerra e` verita`, la guerra e` morte, e nessuno fa il mistificatore di fronte alla morte) mi servira` per fare il bilancio dei valori umani che considero essenziali. ogni soldato, ogni alpino, vedra` le cose che contano veramente nella vita e quelle che sono soltanto epidermiche, marginali". quando pronuncia quelle parole, il giovane regista sta lottando da tre anni per riuscire a realizzare il film che ha in mente da quando ha letto il libro di rigoni stern: ha terminato di scrivere insieme a lui la sceneggiatura, ha fatto dei sopralluoghi in slovenia e in altre localita` in cerca di ambientazioni e di attori non professionisti, ha provato ad aggirare tutti gli ostacoli creati dalle case di produzione. quel film non nascera` mai, per molte ragioni di cui da` conto gian piero brunetta nel saggio che chiude questo volume, ma "a distanza di poco meno di cinquant`anni questo manoscritto si presenta ancora, cosi` com`e`, come esempio di sceneggiatura perfetta, capace di sfidare il tempo". una sceneggiatura che puo` essere letta come un libro a se` stante: che diventa ancora piu` preziosa se accostata al testo de "il sergente nella neve". |