il filosofo indiano nagarjuna, vissuto probabilmente nel ii secolo d. c. nel deccan orientale, e` stato uno dei piu` grandi pensatori nella storia della filosofia dell`asia e il fondatore della scuola madhyamaka (via di mezzo). considerato tra gli iniziatori del buddhismo mahayana, ha elaborato filosoficamente il concetto della `vacuita`` (?unyata) di tutti i fenomeni, essenziale nei testi della prajnaparamita, la piu` antica letteratura mahayana. nagarjuna si considera il difensore di una visione ben precisa, definendosi con l`espressione ?unyatavadin, `colui che segue la posizione della vacuita``. per un esponente del madhyamaka, il senso principale dell`affermazione di essere un seguace della `via di mezzo` e` per eccellenza la comprensione della vacuita` come termine mediano tra eternalismo e nichilismo. tutte le cose sono prive di un`esistenza propria, sono quindi esistenti secondari, costruzioni concettuali derivanti da cause e condizioni originate in modo dipendente. non vi e` nulla che non sia una mera costruzione concettuale. in linea con la tradizione buddhista, il pensatore indiano rifiuta anche la concezione di un se` individuale definito come una sostanza, un fattore unificante della vita mentale che e` immutabile, distinto dal corpo e dagli stati psicologici. sono inoltre presentati e discussi temi quali la causalita`, il movimento, l`epistemologia e il linguaggio. finora gran parte delle pubblicazioni su nagarjuna ha affrontato gli aspetti filologici, storici o religiosi delle sue opere; questo testo si propone invece di analizzare l`aspetto filosofico dei suoi insegnamenti, esaminare le reali e possibili obiezioni alle sue posizioni, valutare quali argomentazioni sono valide e possono essere sostenute, e a quali conclusioni filosofiche si arriva. la solidita` delle affermazioni di nagarjuna e` messa alla prova e le sue riflessioni sono intese come un progetto filosofico unitario, i cui diversi elementi sono connessi in modo non sempre evidente. nagar |