"non cerchero` di riassumere le vicende narrate nel libro" scrive sergio romano nella prefazione "perche` ogni sintesi priverebbe queste pagine della loro naturalezza, della loro vivacita` e di un certo fascino fiabesco. lo storico deve farsi da parte e lasciare il posto a una donna che racconta con occhi italiani una favola montenegrina e scopre, raccontandola, di avere due patrie." e davvero il libro unisce un seguito di avventure che da una parte all`altra dell`adriatico intrecciano le sorti della famiglia materna, italiana, dell`autrice, con quella paterna, montenegrina. partendo dal bisogno di raccontare la storia di una famosa spada, uno yatagan decorato nel fodero da cinquantotto diamanti, dono sfarzoso di nobili russi al valoroso novak, avo di nada vujadinovic, si narra soprattutto la storia di una famiglia operosa, al cui centro sta la figura geniale e serena del nonno materno, enrico vasconi, cresciuto nella milano del primo novecento e partito per il montenegro per lavorare per la famosa compagnia di antivari. poi la guerra, le fughe, la perdita dei beni, la speranza del dopoguerra vissute da una ragazza che non rinuncia mai ne` ai suoi sogni ne` alla sua fierezza, diventa una donna e in una vita fortunata conserva pero`, ben nascosta, una ferita: la perdita di un padre, una bellezza orgogliosa e cavalleresca smarrita in una lontana solitudine. |