. gli italiani conoscono molto bene la storia alpinistica del k2, grazie alle gesta di achille compagnoni e lino lacedelli, primi salitori nel 1954, e di walter bonatti, che a lungo lotto` per il riconoscimento del proprio ruolo in quella spedizione. trionfi e insuccessi costellano la relazione tra questa montagna durissima e gli uomini che ne sfidano la vetta: e` qui che si misurano questioni fondamentali come la valutazione dei rischi, l`ambizione, la lealta`, lo spirito di sacrificio e il prezzo della gloria. ed viesturs, l`alpinista americano piu` noto, nonche` l`unico ad aver scalato tutti e quattordici gli ottomila senza ossigeno, nel 1992 proprio sul k2 fu travolto da una valanga, uscendone incolume e salvando il suo compagno di cordata, scott fischer. ripercorrere con la mente quell`episodio significa per lui riflettere sugli eterni dilemmi della montagna. , scrive viesturs: un resoconto delle sei stagioni piu` drammatiche nell`alpinismo sul k2 viste attraverso il suo personale sguardo su quello che succede, o che puo` succedere, ad alta quota, quando il fisico e` allo stremo delle forze, la mente perde lucidita` e l`imprevisto cambia le carte in tavola. il suo racconto delinea un mantra incontestabile: in montagna, la vera vittoria e` tornare a cas |