nel 2004 giovanni raboni traduceva per einaudi un primo libro importante di jean-charles vegliante "nel lutto della luce" e definiva l`autore "un poeta che viene da una grande tradizione come quella francese, ma anche, contemporaneamente, da una grande tradizione come quella italiana; esse risultano in qualche modo intrecciate, come se una filtrasse dentro l`altra e interagisse con l`altra non in momenti successivi, ma in una sorta di compenetrazione assoluta". l`approccio con i suoi versi e` di immediato appagamento estetico, anche se il suggestivo intreccio di immagini che ci offre non e` per nulla elementare o lineare, ma certamente e` anche il frutto di un`elaborazione in chiave del tutto personale di toni e atmosfere provenienti dalla poesia francese del novecento con influenze dovute ai grandi della nostra letteratura contemporanea come fortini e sereni o lo stesso raboni. il senso di perenne inquietudine, come la presenza di un`oscura minaccia pervasiva, penetra e increspa il gettito di immagini che costituisce un tratto decisivo di questa poesia. |