un continente sull`orlo dell`abisso, incredulo, preso alla sprovvista dall`accelerazione dei fatti e dalla spirale di eventi imprevedibili e ingovernabili che ne derivano. il 1938 e l`ultimo anno di un`apparente pace nell`europa che ha vissuto male i vent`anni che la separano dalla fine della grande guerra. la germania nazista vuole imporle la sua egemonia. marina valensise coglie mirabilmente l`ansia segreta, l`inquietudine, il tormento o la semplice indifferenza che aleggiano sul vecchio continente. per farlo, sceglie la chiave solo apparentemente rapsodica di un viaggio attraverso le sue capitali, da vienna a budapest, da berlino a parigi, da praga a bucarest, passando da vilna e varsavia, mosca e leningrado, e poi ancora da riga a drohobyc, da salisburgo a lucerna, da roma sino all`approdo finale a bruxelles. in ogni citta` si fa accompagnare da un personaggio che la rappresenti, ricostruendo cosi il destino di quindici scrittori, artisti, poeti, intellettuali, con i loro drammi, le passioni, i sogni, le ambizioni e le angosce nell`imminenza della guerra. allora molti capirono, alcuni fraintesero, altri fuggirono. i fili di tanti destini si intrecciano di continuo senza mai confondersi. ci sono amici come anna achmatova e osip mandel`stam, poeti uniti dal patimento per la persecuzione subita durante il terrore stalinista. ci sono semplici conoscenti, come sigmund freud e stefan zweig, l`ebreo viennese esule a londra gia` prima dell`anschluss, che nell`estate del 1938 sara` fra i primi, col pittore salvador dali, a dare il benvenuto al fondatore della psicoanalisi espatriato in inghilterra. ci sono emuli e seguaci, come licy von wolff-stomersee, l`aristocratica del baltico e psicoanalista, moglie di giuseppe tomasi di lampedusa, che resistette al cambio di regime psicoanalizzando un bolscevico nel suo castello in lettonia. ci sono stranieri in patria come bruno schulz, nato polacco nella galizia orientale consegnata prima all`ucraina, poi all`unione sovietica, e |