e possibile considerare martin buber (vienna, 1878 - gerusalemme, 1875) uno dei pensatori piu` originali del xx secolo. la sua riflessione, in parte dimenticata, restituisce l`immagine di un`umanita` che trova nell`incontro la soluzione alla crisi del moderno. tre le grandi direttrici di senso che permettono di giungere a tale conclusione: la dimensione filosofica, quella politica e quella religiosa, che vengono poste in fertile dialogo dall`autore sin dalla gioventu`. esse nascono legate alla riflessione diltheyana, quella prospettiva che per prima buber conosce, permeate da una profonda fascinazione per il misticismo e per l`immanenza. successivamente, attorno agli anni `20, muta il punto di vista: l`autore rifugge la dimensione teosofica per aprirsi ad uno strenuo realismo, capace di ammettere l`alterita`. questo e` il nodo centrale che caratterizza io e tu (1923), pietra miliare della produzione buberiana, nonche` tutte le opere della maturita`. e la relazione che diventa categoria centrale con cui rispondere alla domanda ontologica; e` sempre la relazione a fuoriuscire dai confini della domanda sull`essere, per lenire ogni ferita della modernita`. l`incontro e` il testamento spirituale di buber, lascito ad ogni suo lettore, chiamato a riscoprire tramite le sue parole il vero profumo dell`umanita`. una lezione che scalfisce la monolitica lettura del moderno come tempo dell`individualismo e che apre ad una lezione valevole per l`uomo di ogni tempo. |