chiara stoppa, attrice, ha solo ventisei anni quando, nel 2005, le viene diagnosticato un tumore. dopo due devastanti cicli di chemioterapia giunge il verdetto che non avrebbe mai voluto sentire: il suo male guarisce nell`85 percento dei casi, ma lei rientra nell`altro 15 percento. l`unica speranza, ora, e` un trapianto. chiara, che ha vissuto l`intera esperienza della malattia come sotto una campana di vetro, inizia a pensare a cosa dire ai suoi amici, alle persone a lei care, a come salutarle per sempre. ma a quel punto, dopo un anno di torture, quella stessa campana di vetro si infrange: chiara decide che e` meglio alzarsi dal letto, riprendere possesso del proprio corpo, decide, insomma, che e` meglio vivere. cosi` avvia un percorso di guarigione che ha del miracoloso, se si considera che e` qui a raccontarlo. e in questo racconto, in cui la paura non riesce mai a spegnere del tutto la speranza, chiara si mette in gioco con l`umilta` di dire che la sua e` solo una delle scelte possibili. un tumore ti cambia: cambia la tua routine, il tuo modo di vivere, di respirare, di stare con gli altri. ma si puo` scegliere come relazionarsi con esso, ascoltando il proprio corpo per decidere quale sia la soluzione piu` adatta. le persone sono diverse, e diverse possono essere le cure. dalla sua esperienza chiara stoppa ha tratto un monologo teatrale privo di retorica ma pieno di energia, di ironia, con una carica vitale contagiosa. |