quando, a ventitre` anni, giunse negli stati uniti insieme al marito, il muralista diego rivera, la giovane frida kahlo era una pittrice alle prime armi, da tutti considerata null`altro che la di un artista all`apice della fama. la loro prima fermata fu san francisco, dove diego era stato invitato dall`architetto americano timothy pflueger per dipingere un murale sulla parete del pacific stock exchange. sebbene entusiasta di partire, frida fece fatica a dire addio alla propria famiglia mentre lasciava l`amata patria messicana per gringolandia, come lei chiamava gli stati uniti. le incognite erano tante: com`era davvero quella terra straniera? sarebbe stata in grado di comunicare, vista la sua scarsa padronanza dell`inglese? ma, soprattutto, avrebbe trovato ispirazione per la propria arte? frida era una figlia della rivoluzione messicana, come amava dire, una paladina appassionata dei diseredati e degli ultimi della terra. eppure le ci volle la permanenza negli stati uniti perche` le fondamenta su cui poggiava la sua idea di casa e di paese natale vacillassero, costringendola a vedere una realta` diversa. in questa terra straniera lotto` e incespico`, talora maledicendola, tal`altra accettandola, raffigurandola tuttavia sempre con occhio attento all`umorismo che ribolliva sotto la superficie della sofferenza. e alla fine il soggiorno a gringolandia la muto` profondamente, come artista e come donna, trasformando la se?ora rivera nella frida kahlo dei suoi dipinti piu` ispirati. dal quando, nel 1983, hayden herrera ha dato alle stampe il suo frida (neri pozza, 2016), non ci sono state altre biografie di rilievo sulla pittrice. e nessun autore ha esplorato in profondita` il corpus di opere creato dall`artista durante la sua permanenza negli stati uniti. concentrarsi su questi anni cruciali della sua evoluzione consente di capire piu` a fondo questa donna e artista geniale. schiude una porta su molti dei temi, degli atteggiamenti e delle norme |