da un po` di tempo si e` diffusa l`idea che la letteratura debba promuovere il bene, guarire le persone e riparare il mondo. breviari e "farmacie letterarie" promettono di confortarci e di insegnarci a vivere, i romanzi raccontano storie impegnate a fare giustizia, confermando chi scrive (e chi legge) nella convinzione di trovarsi dalla parte giusta. ma la letteratura e` un bastian contrario che spira sempre dal lato sbagliato: piu` si tenta di piegarla al proprio volere, e usarla per "veicolare un messaggio", piu` lei ci sfugge e porta in superficie cio` che nemmeno l`autore sapeva di sapere. sostiene il bene se il potere lo reprime, ma quando il potere si nasconde dietro stereotipi di buona volonta` lei non ha paura di far parlare il male, di affermare una cosa e contemporaneamente negarla, di mostrarci colpevoli innocenti e innocenti colpevoli. in questo pamphlet militante e preoccupato walter siti analizza alcuni autori e testi contemporanei di successo per difendere la letteratura dal rischio di abdicare a cio` che la rende piu` preziosa: il dubbio, l`ambivalenza, la contraddizione. non senza il sospetto che l`impegno "positivo" sia soltanto la faccia politicamente in luce di una mutazione profonda e ignota, in cui tecnologia e mercato imporranno alla letteratura nuovi parametri. |