will bellman ha dieci anni e quattro giorni quando corre con gli amici a giocare nei campi vicino al fiume, dove i corvi scendono in picchiata in cerca di larve. "scommetto che riesco a colpire quell`uccello" dice euforico, indicando il ramo piu` alto di una quercia lontanissima. un`impresa decisamente fuori dalla sua portata. in un silenzio da rito mistico cerca la pietra piu` adatta, liscia e tondeggiante, carica la sua fionda perfetta, si prepara al lancio con i muscoli tesi e il cervello che calcola la direzione esatta. will e` un tiratore esperto, ha vista buona e mano ferma, si esercita molto. e cosi` la pietra parte in volo, talmente lenta da far sperare che l`uccello nero riesca a volare via. ma l`uccello non si muove e la pietra completa il suo arco. il corvo stramazza a terra. il mattino dopo will si sveglia con la febbre altissima, e per una settimana suda e urla di dolore nel suo letto, tutte le forze di bambino tese in un`unica grande sfida: dimenticare quello che e` accaduto al fiume. molti anni dopo, will bellman e` un uomo di successo, dirige il grande opificio di famiglia, ha una bella moglie e figli amatissimi. improvvisamente, pero`, una serie di episodi sinistri comincia a distruggere tassello dopo tassello quella vita che ha cosi` magnificamente costruito. lutti e disgrazie si presentano con sempre maggior frequenza, come le apparizioni dello sconosciuto vestito di nero che sta all`ombra del camposanto. |