pochi esponenti della letteratura tedesca dell`esilio hanno vissuto l`estraneita` con la radicalita` di hans sahl. a testimoniarlo gli scritti autobiografici, tenacemente intesi a tracciare un`iconografia dell`esilio, ma anche questa intensa e sincera produzione poetica, che evidenzia suoni e vibrazioni di un`esistenza precariamente sospesa tra identita` e dispersione. appena qualche anno prima di rientrare definitivamente in germania, sahl scriveva a joachim koch, l`editore della rivista "exil": "esilio - non si tratta soltanto di una definizione politico-geografica, non solo di un luogo dell`estraneita`, del confino. l`esilio e` quasi diventato un moderno stato di coscienza. ci sono interi popoli che vivono in esilio nel loro stesso paese, per altri l`esilio diventa una seconda patria". per sahl, poeta "dal cuore pieno d`estraneita`", l`esperienza dell`esilio travalica lo spazio circoscritto dell`urgenza storica, estendendosi prospetticamente alla sfera esistenziale e facendosi permanente "condition humaine". |