vi e` sicuramente qualcosa di paradossale nel dedicarsi a scrivere la biografia di qualcuno che aveva sottolineato l`inesorabile tendenza alla menzogna, alla dissimulazione, alla alterazione, all`incomprensione, propria di ogni impresa biografica - salvo il fatto di esservisi consacrato lui stesso in diverse circostanze, scrivendo addirittura la propria autobiografia e facendosi lo storico del movimento da lui fondato. paradosso tanto piu` severo, inoltre, in quanto freud aveva costituito una disciplina e una dottrina che non si limitava a mostrare le aporie e le contraddizioni proprie del metodo biografico, ma problematizzava il carattere enigmatico del suo stesso oggetto. tutto cio` non ha impedito il proliferare di opere che hanno aspirato a dire la verita` intorno alla vita, al pensiero e all`opera di un oscuro medico di vienna destinato a rivoluzionare il nostro modo di guardare all`uomo. ma per riuscire nell`impresa di scrivere la storia veritiera delle venture e sventure di quel vero e proprio "fondatore" di un nuovo regime di discorso e di verita`, occorreva tenere conto del fatto che l`invenzione freudiana ha cambiato anche il modo in cui viene scritta, e fatta, la storia. la biografia di elisabeth roudinesco riesce in questa impresa: raccontare con rigore l`avventura della psicoanalisi ma soprattutto il suo inventore, con la consapevolezza che, in virtu` di tale avventura, la storia, e le storie, di tutti e di ciascuno, non saranno piu` le stesse. |