capofila di tutte le storie cristianizzate del buddha, questo testo bizantino degli anni intorno al mille ha una genesi affascinante tra il caucaso e il monte athos, in un intreccio di lingue, culture e religioni diverse. a questo proposito l`introduzione di silvia ronchey e` un "romanzo di filologia" che mostra come lo studio della tradizione dei testi possa toccare il cuore degli snodi culturali e, in questo caso, degli intricati rapporti fra occidente e oriente. la "storia di barlaam e loasaf" racconta di un principe indiano che, grazie agli insegnamenti di un anacoreta, fugge dal palazzo dove il padre l`ha rinchiuso per proteggerlo dai mali del mondo, abbandona il destino regale e avvia il suo percorso mistico-eremitico. che la storia ricalcasse quella del buddha se ne erano accorti gia` gli studiosi di fine ottocento, ma la matassa dei passaggi e delle mediazioni e` stata dipanata solo in anni recenti, anche grazie all`edizione critica pubblicata da robert volk nel 2009. basandosi sul suo testo e sui suoi apparati, paolo cesaretti consegna ai lettori una puntuale revisione della traduzione (di entrambi i curatori) e una ristrutturazione delle note e degli indici, che completano l`informazione aggiornata sull`insieme dell`opera fornita nel saggio introduttivo. si possono cosi` apprezzare sia le qualita` narrative del testo sia la ricchezza allusivo-sapienziale delle parabole incastonate nel racconto, che hanno affascinato molti scrittori nel corso dei secoli. |